Attorno ai confini si continua a morire, in molte parti del mondo. Al tempo stesso, nella congiuntura politica che stiamo vivendo, i confini appaiono fortemente politicizzati per via dell’iniziativa di vecchie e nuove destre. A fronte di persistenti processi di globalizzazione, che disegnano spazi (spazi del capitale, in primo luogo) non riducibili all’ordine geometrico dei tradizionali atlanti internazionali, il controllo sui confini viene rivendicato con retoriche roboanti e virili: ogni loro «porosità» viene indicata come una ferita al corpo sovrano della nazione, da suturare con filo spinato e muri. La resistenza a queste retoriche e a questi processi è generosa,...