Rose Villain, «adoro l’hip hop e mi ispiro al cinema»
Note sparse E' uno dei nomi su cui punta la scena italiana del nuovo rap. Lei è giovane e ambiziosa e ha una manciata di pezzi che faranno strada, come Geisha proposta anche in un video diretto da Mirko De Angelis
Note sparse E' uno dei nomi su cui punta la scena italiana del nuovo rap. Lei è giovane e ambiziosa e ha una manciata di pezzi che faranno strada, come Geisha proposta anche in un video diretto da Mirko De Angelis
Rose Villain è un nome che sta girando e crescendo per i due singoli – Get The Fuck Out Of My Pool e Geisha – pubblicati in Italia dalla Machete Empire Records, sempre alla ricerca di talenti, oltre a spopolare fra i fan della crew sarda di stanza a Milano per essere la prima donna ad entrare nella family dell’hip hop.
Geisha (con il video curato da Mirko De Angelis) è un brano sulla devozione e sull’indipendenza delle raffinate donne giapponesi e sul loro amore per le arti, ed è, prima volta per un’italiana, da poco approdato nel Weekly Buzz di Spotify americano come miglior canzone della settimana. Milanese, ha studiato a Los Angeles poi teatro e musical a Broadway, ora si presenta in Europa e negli Usa con due video in cui è subito manifesta una produzione di qualità. Electro-hip hop fresco, Rose irrompe nella scena con una personalità indipendente e decisa, nei video emerge il suo personaggio accattivante e stiloso, alla Lana Del Rey, ma con una buona dose di sensualità dark: «Vivere negli Stati uniti ed essere a contatto con produzioni e musica di un livello così alto ti fa inevitabilmente venir voglia di fare le cose in grande. Sono partita indipendente ma l’unico modo per competere con quel mercato è mettersi in gioco completamente e prendersi un rischio».
Eric Beall, che ha contribuito a lanciare Britney Spears, Backstreet Boys, David Guetta, Stargate e molti altri, e Mark Gartenberg, che segue il mercato internazionale per Jovanotti, Vinicio Capossela, Carmen Consoli e altre star della musica italiana, presto sono diventati i suoi manager. Rose ha le idee chiare e sembra aver tracciato una linea sul suo futuro: «Sono una ragazza ambiziosa che si fa in quattro per scrivere la miglior musica possibile e che non dormirà finché non sarà la Rose Villain che cavalca le classifiche e fa bene al cuore della gente». Con la produzione di SIXPM (ex di 2ndRoof), nei singoli vige il pop Usa influenzato dall’hip hop ma in cui ci sono sottotracce cinematografiche: «In realtà ogni singolo che uscirà avrà delle influenze diverse, in questo periodo mi piacciono le ritmiche vocali r’n’b e hip hop ma la cosa che amo della mia musica è la versatilità. Oggi sono hip hop domani sono country. Mi ispiro a Tarantino, Palahniuk, Kubrick, i fatelli Coen e tanti altri. Gli immaginari sono quelli che mi danno materiale per scrivere più di altri artisti». Il pop italiano troppo spesso è un prodotto sicuro per le vendite ma considerato di massa, di scarso valore artistico e che segna definitivamente il percorso degli artisti che ci si confrontano: «Penso che il problema in Italia siano le case discografiche che non vogliono prendersi risch. Quindi può diventare un po’ ripetitivo».
Gli intenti sono limpidi, l’animo ribelle e la cura dei particolari ci sono, le impressioni di chi sta lavorando con Rose puntano tutte su una nuova stella del pop che, a questo punto, speriamo sia capace di portare una ventata d’aria fresca alla stantia scena italiana. Anzi, alla scena internazionale.
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