Visioni

Rosa e le altre, «portiamo in scena le donne ribelli fra il ’900 e il presente»

Rosa e le altre, «portiamo in scena le donne ribelli fra il ’900 e il presente»Da sinistra: Simona Frasca, Rosalba Di Girolamo, Antonella Monetti, Valeria Parrella – foto di Pino Miraglia

Intervista Conversazione con Antonella Monetti aka Dolores Melodia, cantante, attrice e ideatrice dello spettacolo ispirato al romanzo "Rosa e le altre – Quel tipo di donna" di Valeria Parrella, incentrato sulla figura di Ria Rosa, "sciantosa" e femminista ante litteram. Il debutto il 14 dicembre alla Chiesa di Sant’Agostino degli scalzi di Napoli. Un progetto corale a cui hanno preso parte anche la musicologa Simona Frasca e la regista e attrice Rosalba Di Girolamo

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 13 dicembre 2023

«Il mio fidanzato non è moderno, gli piace l’Ottocento, a me invece piace il Novecento… ah, comm’è bella la libertà». Così cantava Maria Rosaria Liberti, in arte Ria Rosa, una delle «sciantose» più famose di Napoli e d’America, interprete acclamata delle canzoni di Piedrigrotta, volto icona dei Café Chantant. Nata nel 1899 nel quartiere Montecalvario, cresciuta in un mondo di maschi al potere, fin da subito Ria Rosa si mostrò molto diversa dal canone della artista dell’epoca. Femminista ante litteram, fu una delle prime a esibirsi in pubblico vestita da uomo, creando non poco scandalo. I suoi testi guardavano avanti, portando la voce di una donna moderna, indipendente, provocatoria: «La donna d’oggi, è inutile negarlo, non è più la vile ancella, oggi abolisce in pieno la gonnella, e ‘sta gonnella ‘a metto ‘ncuollo a te…!». Rischiò l’espulsione dagli States quando, cantando Mamma sfurtunata (all’inizio intitolata proprio A’ seggia elettrica), si schierò a favore dei due connazionali Sacco e Vanzetti, ingiustamente condannati a morte nel 1920.

A lei- e non solo – s’ispira Rosa e le altre – Quel tipo di donna, spettacolo che coinvolge un quartetto esplosivo di artiste partenopee: la cantante e attrice Antonella Monetti aka Dolores Melodia, la scrittrice Valeria Parrella, dal cui omonimo romanzo è ispirato il testo, la musicologa Simona Frasca, autrice del romanzo Mixed by Harry e la regista e attrice Rosalba Di Girolamo. Il lavoro debutta giovedì 14 dicembre, ne abbiamo parlato con Antonella Monetti, ideatrice del progetto.

Come nasce «Rosa e le altre – Quel tipo di donna»?

Da tempo volevo fare qualcosa di non didascalico su Ria Rosa, qualcosa che fosse vicina a come io la canto. Non una rappresentazione iconografica: uso quelle canzoni per parlare di oggi, le canto con un senso complicità, piuttosto che di rabbia come cantava lei. Abbiamo bisogno di agganciare le giovani generazioni, stare insieme, essere tante: altrimenti non funziona. Mi era piaciuto molto il libro di Valeria, la sua grandezza è raccontare queste quattro donne: sono quello che sono perché appartengono a una genealogia del femminile. Vengo dai collettivi femministi, ho quest’impronta. Vorrei raccontare questa dinastia di artiste innovatrici, molte delle quali sono state dimenticate. Abbiamo pensato di cantare le canzoni di Ria Rosa in mezzo a storie di tante che hanno compiuto quel gesto: un coro di donne che hanno puntato i piedi e hanno fatto la loro piccola rivoluzione. È ciò che si deve fare adesso. Al mio desiderio si è unito quello di Rosalba Di Girolamo, il fuoco che c’è dentro questo progetto è tutto suo, ha ideato la rassegna, vinto il bando. Leggeremo alcuni capitoli del libro, i momenti in cui Valeria somma le nostre presenze a quella delle nostre nonne, zie, sorelle: è la testimonianza di questa genealogia di donne che si liberano. Simona Frasca fornisce dati storici sulla biografia di Ria Rosa, il contesto in cui ha operato, tra l’Italia e la Napoli fascista, e l’America che l’accolse con delle regole molto stringenti – pensiamo all’episodio di Sacco e Vanzetti. Era oltre, sempre sul filo del foglio di via. Siamo quattro condottiere, ci unisce prima di tutto il piacere di stare insieme. Abbiamo messo su una performance che sviscera una questione senza partito preso, è un racconto delle testimonianze delle donne, le storie di tutte le Rose che si sono ribellate e in qualche modo si sono imposte nel loro tempo.

Oggi in quanto donne c’è ancora bisogno di imporsi nel campo dell’arte?

Quest’aurea di maschilismo imperante è ovunque, anche nella nostra città. Non a caso questo lavoro nasce in un contesto indipendente, è sempre più complicato presentare un progetto con la voce di donna in mezzo a tanti intellettuali maschi, riferimento dei vari gruppi di potere. Con questo spettacolo intendiamo raccontare i passaggi della donna nell’esodo dal patriarcato, gli sforzi che ha fatto per porsi al di fuori dalle sue severe leggi. Il patriarcato s’impone mettendo dei segni sul corpo della donna ma opprime tutti: l’uomo, il giovane, il vecchio, il bambino. Ti rinchiude in dei ruoli e tu devi interpretarli. Oggi le donne che si emancipano nell’ottica del regime patriarcale usurpano ruoli che sono considerati maschili; ecco che il conflitto diventa sociale, familiare, tutto è molto faticoso. Il patriarcato coinvolge l’intera società: gli uomini di destra sono coerenti con il loro «Dio, patria e famiglia»; gli uomini di sinistra lo declinano in altro modo, se ne vanno più per i vicoli del narcisismo, per liberarti dal gioco psicologico di questi narcisisti c’è bisogno di critica.

Un lavoro con una forte declinazione politica…

Raccontiamo le piccole grandi lotte di queste donne per porsi al di fuori di queste logiche. Ha un valore politico inteso come «polis», impegno civile nella propria comunità. Siamo accomunate tutte e quattro dal recupero delle competenze femminili occultate dalla Storia. Il primo esempio che mi viene in mente è quello Elvira Notari: dei centocinquanta film che ha fatto ne sono rimasti tre, un motivo ci sarà.

«Rosa e le altre – Quel tipo di donne» ideato da Antonella Monetti è tratto dal romanzo di Valeria Parrella «Quel tipo di donne», e racconta il lungo viaggio verso la liberazione della donna, mettendo in relazione il viaggio in America di Ria Rosa, cantante napoletana degli anni ‘20 del Novecento, con quello di quattro amiche figlie di quel fremito ribelle che attraversano la Turchia dei nostri giorni nel periodo del Ramadan. Con Rosalba Di Girolamo (voce recitante), Dolores Melodia (voce cantante), Simona Frasca (voce narrante), Valeria Parrella (voce scrivente). Debutta giovedì 14 – ore 19.30 nella chiesa di Sant’Agostino degli scalzi, ingresso libero. Apre la seconda edizione di «Natali erranti – parole e suoni dal mondo» rassegna diretta da Rosalba Di Girolamo (Baba Yaga teatro), patrocinata dalla Municipalità III del Comune di Napoli, aderisce al progetto «Posto Occupato: contro la violenza sulle donne».Parole e suoni contro la violenza

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