Può una stanza diventare la giostra che ospita una sarabanda infernale, trascinando i suoi «abitanti» in un tourbillon che prevede musica fai-da-te, arredo fantasy, danze scompigliate e disarticolate, voli circensi di corpi senza più peso, canti di un romanticismo struggente e una lotta ancestrale con mostri luccicanti? SÌ, SE L’ARCHITETTO di questa camera dalle pareti semoventi che vorticano e si aprono verso il pubblico in sala, è quel James Thierrée che abbiamo conosciuto attraverso altre visioni oniriche (da Au revoir parapluie a Tabac Rouge fino a Raoul dove anche le teiere avevano una loro personalità). Qui, nell’ultima sua creazione, Room,...