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Roma, prima occupazione degli studenti al liceo Kant

Roma, prima occupazione degli studenti al liceo Kant

Salta il banco L'onda è arrivata nella Capitale: «A scuola sì, ma non così. Ci opponiamo a un rientro insicuro e propagandistico a scuola». I docenti del liceo Gullace lancia lo «sciopero bianco». Domani ricomincia la protesta: Priorità alla scuola con Cobas, Flc Cgil, Uil, Rifondazione e Potere al popolo protestano in venti città

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 24 gennaio 2021

L’onda delle occupazioni studentesche partita da Milano è arrivata a Roma. Ieri è stato occupato il liceo classico e linguistico Kant in piazza Zambeccari a Torpignattara. L’azione è avvenuta al termine di un’intensa settimana di mobilitazione in tutta la città contro la didattica a distanza, le politiche governative e le scelte del prefetto Piantedosi, dell’ufficio scolastico e della regione sul rientro delle superiori al 50% in presenza: doppia entrata, lezioni al sabato, penalizzazione della vita degli studenti. L’occupazione romana apre una settimana di mobilitazione nella Capitale e in tutto il paese. Domani il movimento Priorità alla scuola con Cobas, Flc Cgil e Uil, Rifondazione Comunista e Potere al popolo organizzano sit-in e lezioni all’aperto in venti città, con un presidio al ministero dell’Istruzione dalle 16. Venerdì 29 è previsto uno sciopero generale di Slai Cobas e Si Cobas che coinvolgerà anche la scuola.

A Roma, e nella città metropolitana, la mobilitazione è capillare da settimane e coinvolge docenti, studenti e genitori. È emersa in rete dopo la pubblicazione sul manifesto di un appello dei docenti del liceo Tasso il 28 dicembre scorso. Decine di scuole, migliaia di docenti, studenti e genitori hanno sottoscritto mozioni pubbliche per un rientro in sicurezza a scuola. E ora cresce il protagonismo degli studenti. «Ci opponiamo a un rientro insicuro e propagandistico a scuola – sostengono gli studenti che occupano il liceo Kant – Siamo consapevoli dei problemi strutturali della didattica a distanza e chiediamo il rientro in sicurezza. Questo vuole dire trasporti, aumento del personale, degli spazi e una sanità pubblica diffusa ed efficiente a partire dalla scuola. Sia chiaro: noi occupiamo per il diritto allo studio e vogliamo fare lezione». «A scuola sì, ma non così»: è la sintesi di questa posizione letta su uno striscione. Rappresenta il pensiero di molti studenti oggi che hanno compreso la «propaganda» fatta dal governo sulle riaperture e il caos provocato dal conflitto con le regioni. Fattori che stanno facendo a pezzi il diritto all’istruzione e imponendo un’autonomia differenziata nei fatti.

Ieri al Kant la polizia ha avuto una reazione scomposta. Dalle ricostruzioni è emerso che «un ragazzo si è avvicinato al cancello principale della scuola per chiuderlo con una catena. Gli agenti hanno bloccato il cancello con un piede spintonando il giovane tentando di sottrargli la catena. È seguita una colluttazione». I video diffusi in rete hanno creato un consenso a sostegno degli studenti. «Non è certo con questi metodi che si risolvono i problemi della scuola italiana» ha detto Loredana De Petris (LeU), presidente del gruppo Misto al Senato. Alla Camera Stefano Fassina (LeU) ha presentato un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’interno Lamorgese: Purtroppo, non è la prima volta che accade a Roma da quando è stata sospesa la didattica in presenza» «Questore e Prefetto si dimettano» sostiene Gianluca Peciola (Liberare Roma).

La mobilitazione continua tra i docenti. Quelli del liceo Gullace a Cinecittà domani faranno «uno sciopero bianco durante le ore curriculari su come e perché la scuola è stata riformata da più di vent’anni e i suoi fondi tagliati. Ci stiamo attivando affinché aderiscano alla nostra iniziativa anche altri licei romani» dicono a Il manifesto. Una prassi intelligente per chiedere «il ripensamento radicale della scuola, investimenti straordinari e potenziamento degli organici a partire dalla stabilizzazione dei precari» (qui la mozione pubblica sullo sciopero bianco).

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