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Roma, i neofascisti accolti dal VI municipio

Roma, i neofascisti accolti dal VI municipioLa commemorazione del 2021 – Lapresse

Il caso Ad Azione Frontale concessa la sala consiliare dell'unico distretto governato dalla destra, nella periferia est della capitale. L'Anpi attacca: «Urgente approvare il regolamento antifascista per l’uso degli spazi»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 8 gennaio 2022

Nella città che solo tre mesi fa ha vissuto lo sfregio dell’assalto fascista alla Cgil un’organizzazione che si richiama esplicitamente al Ventennio è stata ospitata in una sede istituzionale. È accaduto ieri nel VI municipio, periferia est della capitale, dove Azione Frontale ha tenuto un’iniziativa nell’aula consiliare. Presenti in quaranta tra militanti, forze dell’ordine ed esponenti delle istituzioni locali. Tra questi il presidente del municipio Nicola Franco (Fratelli d’Italia) che nei giorni scorsi aveva dichiarato di non saperne nulla ma ieri si è detto orgoglioso di ospitare l’evento.

Tra i relatori il consigliere municipale Emanuele Licopodio e la presidente commissione politiche sociali del VI Barbara Del Bello, entrambi eletti con la Lega nell’unico distretto della capitale governato dalla destra. In sala erano presenti anche due attiviste della locale sezione dell’Anpi. Dopo che una ha preso parola denunciando i crimini fascisti e il reato di apologia la conferenza è stata chiusa in fretta e furia.

L’iniziativa di ieri si inserisce nelle commemorazioni neofasciste per i fatti di Acca Larenzia, storica sede della destra estrema dove il 7 gennaio 1978 furono uccisi due esponenti del Movimento sociale italiano (un terzo morto si verificò nei successivi scontri con i carabinieri). Alla mezzanotte di giovedì i camerati si sono dati appuntamento davanti ai locali per il rituale «presente», poi ieri si è tenuto un altro ricordo al cimitero Verano e di nuovo un presidio in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano. Ma è l’iniziativa nella sede municipale ad aver sollevato polemiche, già nei giorni scorsi.

Azione Frontale si autodefinisce «un movimento politico rivoluzionario fascista e di ispirazione cattolica». Nella capitale dispone di un «avamposto culturale» chiamato Pendragon, a due passi da piazza di Spagna, e di una palestra popolare battezzata «La trincea», nel quartiere di Torre Angela. Zona in cui si vanta di effettuare ronde notturne per la sicurezza e dove conterebbe su una ventina di militanti. Esponenti della maggioranza al Campidoglio come Nella Converti, Alessandro Luparelli e Michela Cicculli avevano chiesto di vietare l’iniziativa. Che però si è tenuta. Creando un piccolo caso interno alla Lega locale.

La consigliera municipale Mariantonietta La Polla, sempre del Carroccio, ha chiarito attraverso un post che a organizzare l’evento, che comunque sarebbe stato mosso da «nobili ideali», non è stato il partito ma soltanto Licopodio. Quest’ultimo ha dichiarato di non avere rapporti politico-istituzionali con Azione Frontale, ma sul suo profilo Facebook sono presenti diversi video in cui compare a iniziative dell’organizzazione. Licopodio era stato invitato nel gennaio 2021 da Matteo Salvini a un’iniziativa per il giorno della memoria. Poi il leader leghista fu costretto a fare marcia indietro perché vennero fuori vecchi messaggi di odio contro gli ebrei postati dal futuro consigliere municipale.

«Dopo il flop dell’iniziativa della destra diventa ancora più urgente che il Campidoglio approvi il regolamento antifascista per l’uso di spazi, sedi e finanziamenti pubblici. Il sindaco Roberto Gualtieri deve accelerare i tempi», ha commentato Roberto Catracchia, presidente dell’Anpi del VI municipio

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