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Roma Fiction Fest, finestra sulla realtà

Roma Fiction Fest, finestra sulla realtàKevin Spacey sotto una scena di Fringe di Guillermo del Toro

Televisione Dal 13 al 19 settembre 43 anteprime, incontri, dibattiti per il festival sotto la direzione artistica di Carlo Freccero

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 11 settembre 2014

Solo cinque mesi fa sembrava quasi impossibile pensare al festival della fiction capitolino, stretto fra tagli pesantissimi di budget (da 6 milioni di euro degli anni d’oro, agli attuali 1,6…) e mancato reperimento di risorse. Poi l’idea di affidare a Carlo Freccero la direzione artistica e la «nave» del Roma fiction fest ha ritrovato la rotta. «Non un’operazione semplice – spiega Freccero in una Casa del cinema affollata come non mai, c’è tutto il mondo della lunga serialità, operatori, registi – non ci saranno le star, non era possibile perché ogni ospite ci sarebbe costato intorno ai 50 mila euro…». Via lustrini e pailettes quindi per un festival – sottolinea l’ex direttore di Rai4: «ricco di contenuti, senza red carpet».

Freccero punta sulla sinergia, si dice convinto che il futuro passa da una commistione di generi: «Lo so di creare polemica, ma ci sono troppi festival di cinema in giro per l’Italia, si dovrebbero immaginare eventi che contemplano cinema, televisione e arte». E lo ribadisce anche nelle note scritte di suo pugno nel catalogo del Rff, la rivoluzione comincia dai ’90: «Il telefilm, come a suo tempo il cinema, fonda un proprio linguaggio e diventa un genere autonomo. Dirò di più: impone alcuni elementi come la serialità al cinema stesso. Il cinema di oggi è tutto un sequel, un prequel, un remake». Oggi – sempre secondo Freccero: «La fiction televisiva come tutte le forme di espressione nuove e ancora in fase sperimentale, è più interessante, più creativa, più stimolante della maggior parte della produzione cinematografica corrente».

Roma fiction fest (13-19 settembre, Auditorium Parco della Musica) riparte da 43 anteprime internazionali – ci sono alcuni dei titoli più interessanti della fiction Usa e europea, tra cui The American Crime, Fargo, The transparent, Trois fois Manon («una fiction francese a cui tengo molto. Un omaggio a Truffaut»), e per l’Italia: 1992, Il bosco, Ragion di Stato – per 21 paesi rappresentati. Tanta fiction autoctona, tanto che sabato si apre proprio con quella su Ambrosoli, Qualunque cosa succeda : «Non ho mai detto che la fiction italiana è pessima, la nostra ha una derivazione diversa, arriva dallo sceneggiato. E poi, rispetto agli americani, ha pochi soldi da poter investire…».

Sei le anteprime italiane in cartellone: «Ho voluto aprire con Ambrosoli, un lavoro dove è il caso di parlare di fiction civile. C’è cura in ogni dettaglio e un eccelso Pierfrancesco Favino». Certo le produzioni che arrivano d’oltre oceano sono ovviamente uno dei punti di forza del cartellone, con l’aggiunta dei fenomeni dello House of Cards voluto da Netflix, e di cui Freccero proporrà anche l’originale serie inglese da cui hanno preso spunto negli Usa, e un’anteprima, American Crime, che andrà in onda su Abc nel 2015. Nella fiction ormai: «Si racconta la realtà, è una critica spietata al nostro sistema neoliberista, alla nostra società che sta andando a sbattere al muro».

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Sei giornate zeppe di appuntamenti, ci sarà un focus sulla Turchia, una sezione dedicata ai videogame, un panel internazionale sullo stato del settore. E ancora una serata Sy-Fy con Goran Visnjic (ex di E.R.) e Utopia, serie inglese in cui si vedono le immagini di archivio di un giovane Bruno Vespa che annuncia la morte di Aldo Moro al Tg1, e la serata inglese con The Tunnel e The Fall. Il 17 saranno felici gli appassionati di True detective (su Sky Atlantic dal 3 ottobre) che verrà introdotta – in un clip video – da Bernardo Bertolucci («ho trovato molti riferimenti con la sua Strategia del ragno e gli ho chiesto di parlarne»). Sempre il 17 una serata Queer con Orange is the new look, Looking e Transparent. Il 14 infine, Fargo, gli episodi derivati dal film cult dei Coen, alla presenza della protagonista Allison Tolman.

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