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Roche & Novartis stangate dall’Antitrust

Roche & Novartis stangate dall’Antitrust

Big Pharma Multa da 180 milioni di euro per le due multinazionali del farmaco accusate di aver screditato un farmaco per la cura di patologie oculari (Avastin) sostanzialmente equivalente ad un altro molto più costoso (Lucentis). Una strategia che solo nel 2012 è costata 45 milioni di euro in più al Sistema sanitario nazionale e che avrebbe escluso dalle cure circa centomila pazienti. I due colossi svizzeri respingono con forza le accuse: "Faremo ricorso in tutte le sedi opportune". L'Agenzia italiana del farmaco parla di "sentenza storica" ma per qualcuno ancora una volta ha "colpevolmente fatto proprie le istanze delle multinazionali"

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 6 marzo 2014

Ricorreranno in appello “presso tutte le sedi deputate”, e non sarà facile resistere a tanta forza di persuasione, ma per il momento i due colossi farmaceutici svizzeri Roche e Novartis sono tenuti a pagare una multa di 180 milioni di euro. Un record, ma briciole per multinazionali che fatturano rispettivamente 38,7 miliardi di euro e 57,9 miliardi di dollari. In gioco però c’è ben altro che una maxi multa.

Secondo l’accusa certificata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roche e Novartis avrebbero stretto un accordo anti concorrenza nel mercato dei farmaci per la cura di patologie oculari. Il contenzioso è ancora aperto, interessa la ricerca scientifica e ha ricaschi sui bilanci dei sistemi sanitari e sulla salute dei pazienti affetti da degenerazione maculare (un milione di persone solo in Italia). Secondo l’Antitrust, a causa del “cartello” truffaldino, nel 2012 c’è stato un aumento di spesa a carico del Ssn di 45 milioni di euro.

Tutto ruota attorno a un quesito: Avastin (farmaco Roche) e Lucentis (farmaco Novartis) sono o non sono equivalenti? Se la risposta è sì le multinazionali perderanno la partita, altrimenti la spunteranno. Numerosi studi scientifici dicono che Avastin (81 euro a iniezione) è un farmaco che presenta più effetti collaterali di Lucentis (900 euro a iniezione) e dunque è più pericoloso. Ma è anche vero che questi studi sono stati commissionati e finanziati dalle stesse aziende che commercializzano i farmaci in questione. Tant’è che altre ricerche indipendenti sono giunte a conclusioni opposte. Inutile dire quali delle due campane suona più convincente.

L’indagine è stata avviata un anno fa in seguito alla segnalazione della Società Oftalmologica Italiana (Soi) secondo cui le due multinazionali avrebbero concertato una differenziazione artificiosa dei farmaci per presentare Avastin come pericoloso e condizionare le scelte dei medici e dei servizi sanitari. Avastin era stato registrato per la cura del cancro ma ormai da dieci anni viene utilizzato in tutto il mondo anche per alcune malattie agli occhi, ostacolando di fatto l’ascesa del più costoso Lucentis. Un problema di business che le multinazionali avrebbero risolto con una raffinata strategia di complicità finanziaria. Roche, infatti, nonostante abbia brevettato Avastin, ha tutto l’interesse ad incrementare le vendite di Lucentis, poiché è stato sviluppato da una sua azienda controllata e quindi ottiene royalties importanti da Novartis; quest’ultima, oltre ad incrementare il fatturato con il suo farmaco, controlla il 30% di Roche.

Le due potenti “sorelle” hanno respinto le accuse, “prive di qualsiasi fondamento”, con comunicati stampa che sembrano dichiarazioni di guerra. Roche ha precisato che Avastin e Lucentis “sono farmaci diversi – per composizione, struttura e modalità di somministrazione – sviluppati per scopi terapeutici differenti. Il primo “è un farmaco oncologico”, il secondo “è un farmaco ad uso oftalmico”. I medici cosa dicono?

Premesso che “gli oculisti come priorità dovrebbero avere la tutela della sicurezza dei pazienti piuttosto che ragioni di economia e di risparmio” (prof. Giovanni Staurenghi del Sacco di Milano), alcuni sostengono che Avastin presenta “un rischio più elevato di effetti collaterali” (come il prof. Francesco Bandello del San Raffaele di Milano). Altri, invece, Matteo Piovella, presidente della Soi, sostengono il contrario. “I due farmaci sono equivalenti per quanto riguarda sicurezza e qualità farmacologica”.

Il suo è un atto di accusa contro la manovre di Roche e Novartis e contro l’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) che avrebbe fatto proprie le istanze delle multinazionali facendo scomparire il farmaco meno costoso dagli ospedali: “100 mila pazienti in Italia non riescono più a curarsi”. Il dibattito scientifico, anche ruvido, si è già riaperto. Nel frattempo, l’Aifa, come se non fosse direttamente coinvolta nella disputa, si è limitata ad accogliere “con interesse la decisione dell’Antitrust” parlando di “sentenza storica”. A questo punto la palla dovrebbe passare alla politica, in particolare al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Qualcuno chiede l’improbabile commissariamento dell’Aifa perché non ha saputo vigilare, altri invece pretendono che il governo Renzi chieda i danni a Roche e Novartis.

 

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