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Roberto Saviano, cinico bersaglio della destra

Roberto Saviano foto LaPresseRoberto Saviano foto LaPresse

Tv di regime Cancellato dal palinsesto Rai il programma Insider del saggista antimafia

Pubblicato circa un anno faEdizione del 27 luglio 2023

Il programma di Roberto Saviano Insider, faccia a faccia con il crimine – quattro puntate già registrate – non sarà trasmesso dalla Rai. L’intellettuale e saggista antimafia, che vive da anni sotto scorta per le minacce del feroce clan dei Casalesi, avrebbe dovuto riprendere la collaborazione con il servizio pubblico dove spesso è stato ospite di Che tempo che fa nella lunga stagione di Fabio Fazio. No, la destra non vuole e i vertici della Rai si piegano con complice determinazione al nuovo «editto bulgaro». Quest’ultima terminologia afferisce alla brutale iniziativa del 2002 in età berlusconiana. Ne fecero le spese Biagi, Luttazzi, Santoro.

Ecco, la vicenda di Saviano ricorda quella stagione. Infatti, la coalizione di maggioranza – ora come allora – non tollera trasmissioni assetate di far conoscere i tratti più squallidi del potere, svelando i lati indicibili, le cose che non si devono sapere. Eppure, proprio il contratto di servizio tuttora in vigore che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai evoca la necessità del giornalismo di inchiesta e il pieno rispetto della Costituzione, inequivoca su argomenti fondamentali come l’antifascismo, l’antirazzismo e la lotta alla criminalità. Risulta persino grottesco farsi scudo di quel testo per coprire una vera azione repressiva.

Gli attacchi a Saviano, a don Ciotti, al presidente di Articolo21 Paolo Borrometi (la Federazione della stampa si costituirà parte civile contro chi ha diffamato un altro personaggio coraggioso) e ulteriori vicende omologhe ci raccontano che la notte è nera e profonda. Chi si illudeva che la destra volesse sfidare il resto del mondo con le presunte contro narrazioni annunciate dal ministro Sangiuliano è stato prontamente servito. Siamo al cospetto di un secco moto coercitivo e reazionario, mescolato al corporativismo sovranista.

Ciò che si può occupare si occupa senza remore (Rai, cinema, diversi enti e società pubblici), il pensiero critico è eversivo. L’aria serena delle destre non va scalfita neppure da un lampo o da un tuono. I politologi chiamano tutto questo democratura. Sintesi mirabile. Vista da vicino la vicenda fa ribrezzoperché porta indietro le lancette e – come in dissolvenza – trasferisce il quadro odierno a epoche che parevano chiuse.

La Rai è sempre una prova generale, essendo facilmente esposta e visibile. L’allarme è serio. Sembra quasi che l’ostilità verso Saviano (simpatico, antipatico, ma andiamo) sia un ammonimento generale: giù la testa, i padroni del vapore non vanno ostacolati. Dissentire è pericoloso.

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