Roberto Finelli, gli orizzonti sensibili del nuovo materialismo
Libri "Per un nuovo materialismo. Presupposti antropologici ed etico politici" è un passaggio decisivo del corpo a corpo che Roberto Finelli ha condotto con Karl Marx per tutta la vita. Un libro ambizioso che unisce la critica dell’economia politica del capitalismo alla clinica psicoanalitica del soggetto e delle sue relazioni
Libri "Per un nuovo materialismo. Presupposti antropologici ed etico politici" è un passaggio decisivo del corpo a corpo che Roberto Finelli ha condotto con Karl Marx per tutta la vita. Un libro ambizioso che unisce la critica dell’economia politica del capitalismo alla clinica psicoanalitica del soggetto e delle sue relazioni
Non avere paura di restare solo con te stesso. Porta avanti il progetto di vita contro la liquidazione dell’esperienza, la giustificazione dell’alienazione in nome di autorità fantasma, non restare incastrato nel ricatto, mentre il rimando continuo a una felicità ti imprigiona nelle trame logore della stessa disperazione. Da questo vibrante invito è nato l’ultimo libro scritto dal filosofo romano Roberto Finelli Per un nuovo materialismo. Presupposti antropologici ed etico politici (Rosenberg&Sellier, pp. 237, euro 18). È la conclusione di una riflessione lunga una vita su Marx e Hegel, composta da Un parricidio mancato (2004) e Un parricidio compiuto (2014). L’opera, in realtà, è una quadrilogia in cui rientra anche Marx Uno e Bino, uscito per Jaca Book nel 2018, da cui sono emerse nuove chiarezze conoscitive e un metodo filologico e storico di grande rilievo.
ROBERTO FINELLI È GIUNTO così a una riflessione sull’etica e sulla politica affine a quello che è stato definito il momento spinozista del pensiero politico in cui convergono anche filosofi francesi, e non solo, ai quali sostiene di non essere vicino. Comunque sia, da percorsi diversi, anche in questo caso si arriva alla soggettività e al problema di come sottrarre le sue potenzialità alle seduzioni dell’individualismo proprietario e alla formidabile macchina di produzione di identità del mercato. Finelli riprende il filo del ragionamento a partire da una complicazione psicoanalitica del marxismo (Freud letto con lo psicoanalista inglese Wilfred Bion) e da una lettura spinozista di Marx del quale critica l’antropologia della povertà, una visione astratta e riduzionista della soggettività. Nella riflessione spinozista sul corpo e il rapporto immanente con la mente, Finelli ha individuato l’alternativa al dualismo ontologico che ha spaccato il soggetto moderno dal suo interno e, ancora oggi, lo condanna alla logica neoliberale dell’espansione di sé che cerca disperatamente di colmare il baratro che ci divide da noi stessi.
QUESTA PAZIENTA TESSITURA dei concetti risponde ai problemi emersi dal mancato incontro tra le lotte per l’individuazione antiautoritaria e quelle per la solidarietà comunista negli anni successivi al Sessantotto (e al 69 operaio). Per Finelli il problema è ancora più ampio, investe la storia del movimento operaio e risale al confronto tra Marx e Hegel. Il primo offrì un’antropologia che si è confrontata poco con le tematiche dell’individuazione, delle differenze, e del riconoscimento, presenti invece nella filosofia hegeliana. Il secondo, nell’evoluzione del suo pensiero, ha progressivamente vincolato la socializzazione allo Stato e le differenze all’astrazione del suo diritto.
NELLA CRISI DELL’INDIVIDUALISMO proprietario e calcolante oggi è necessaria una politica che intrecci l’interno e l’esterno tra noi, facendo risuonare la relazione con gli altri e quella con il proprio sé. Una simile politica può emergere da un lavoro filosofico che unisce la critica dell’economia politica del capitalismo alla clinica psicoanalitica del soggetto e delle sue relazioni. Il conflitto tra forza lavoro e capitale è considerato sullo stesso piano di quello che attraversa il soggetto e arriva a opporlo anche a se stesso: passioni, affetti, concetti e immagini. Da questa straordinaria complicazione della soggettività nasce la proposta, utopicamente concreta, di Finelli. Intrecciare tre libertà in un’unica politica capace di interpretare l’eterogeneità delle forme di vita contemporanee: comunista (la libertà dall’oppressione), liberale (la libertà di fare, essere e pensare) e l’ascolto di sé e dell’altro (la libertà psicoanalitica).
RISPETTO AI MANCATI INCONTRI del passato, oggi il tempo è forse più propizio, sebbene persistano le tentazioni di opporre diritti sociali ai diritti civili, l’identitarismo e gerarchie dello Stato-Nazione. Questa intuizione è ricorrente in un’ampia parte del pensiero critico contemporaneo e nella realtà dei movimenti esistenti. Il progetto del «nuovo materialismo» potrebbe essere letto alla luce di questa composizione sociale e politica diffusa anche in Italia. Offre gli strumenti per interpretare una richiesta ricorrente: l’autonomia, e l’autodeterminazione, in una nuova sintesi che articola i diritti individuali con quelli sociali attraverso istituzioni comuni. Partiamo allora dal sentire in comune, il comunismo del sentire. Da questa unione tra i corpi e le menti in trasformazione può nascere un’esperienza che lascia liberi se stessi nella misura in cui lascia vivere l’altro. Ciascuno a suo modo. Il pensiero è una meditazione sulla vita, non la contemplazione di una morte.
* Per un nuovo materialismo sarà presentato oggi alle 18 a Esc Atelier in via dei Volsci 159 a Roma da Roberto Ciccarelli, Federica Giardini, Augusto Illuminati, Francesco Raparelli con Roberto Finelli.
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