Nel 1902, poco più che ventenne, Robert Walser si chiedeva perché gli impiegati fossero «così di rado i protagonisti di una novella». A dispetto dei luoghi comuni, l’attività svolta nel grigiore degli uffici gli appariva qualcosa di esemplare. La penna di un impiegato sapeva essere «appuntita, precisa e crudele». Era in grado di «inventare al volo costrutti che potrebbero suscitare la meraviglia di molti eruditi professori», se solo non fosse che simili creazioni subito si perdevano tra mille scartoffie. Ma proprio per questo motivo, che vietava qualsiasi orgoglio, «gli impiegati avrebbero potuto essere presi a modello da scrittori e poeti...