In Road 96 siamo un anonimo adolescente in fuga dallo stato autoritario, ma ancora formalmente democratico, di Petria. In autostop, taxi, bus, rubando automobili o a piedi dobbiamo attraversare ambientazioni ispirate ai grandi spazi della narrativa statunitense on the road e infine raggiungere l’unico punto in cui possiamo sperare di superare il muro che isola il Paese e ne rinchiude i cittadini.

In ogni tappa del nostro viaggio incontriamo uno dei sette eccentrici personaggi (ma in realtà in un caso si tratta di una coppia di personaggi) che viaggiano per le strade di Petria. C’è una ragazza in fuga come noi da casa, un camionista rivoluzionario, una poliziotta, un giovanissimo genio della tecnologia alla ricerca dei suoi genitori biologici, due adorabili rapinatori motociclisti, una giornalista fedele al regime e il tassista che sta cercando questa giornalista per ucciderla.

Ogni volta che completiamo o falliamo tragicamente un tentativo di fuga ne iniziamo un altro, controllando un altro anonimo adolescente ma conservando alcune abilità che possiamo aver sbloccato in precedenza, come la possibilità di scassinare i lucchetti. In questo nuovo viaggio incontriamo gli stessi personaggi di prima, in situazioni però sempre diverse, e lentamente impariamo allora a conoscerli, capiamo come possiamo aiutarli od ostacolarli e scopriamo come siano profondamente e a volte inaspettatamente intrecciate le loro storie e cosa abbiano a che fare con il passato e il futuro di Petria.

Intanto, fuga dopo fuga, si avvicinano nuove elezioni che possiamo influenzare attraverso le nostre scelte. Road 96 riesce a creare un’esperienza narrativa magari non perfetta eppure molto originale, adatta anche a essere rigiocata dopo le circa sette ore necessarie a completare un’intera partita se vogliamo scoprire tutti gli eventi legati ai vari personaggi e compiere scelte diverse. Il suo maggior successo è forse come riesca a descrivere l’emigrazione, la lotta politica, la rivoluzione come storie di massa, fatte di tante piccole storie e di tante piccole scelte. Nessuno dei vari adolescenti che controlliamo ha un ruolo da protagonista nella storia di Petria, ma la somma delle loro azioni è decisiva. Purtroppo, il resto dell’orizzonte politico del videogioco è invece poco convincente e confuso. Si parla di un governo autoritario, ma a parte un accenno a come le risorse di Petria vengano vendute all’estero per arricchire chi è al potere manca una reale descrizione di quale sia il sistema di oppressione.

E anche se il gioco ci permette di scegliere una prospettiva rivoluzionaria e di rovesciare effettivamente il regime, il massimo che possiamo ottenere è la caduta dell’attuale presidente e l’elezione della sua sfidante elettorale. Una deprimente accettazione dei compromessi di un sistema bipartitico e dell’illusione che tutto possa risolversi semplicemente cambiando la persona al comando. Road 96 di Digixart e Ravenscourt è disponibile per PC e Nintendo Switch.