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Rivoluzione in Cgil: ai torinesi adesso la Tav non piace più

Rivoluzione in Cgil: ai torinesi adesso la Tav non piace piùVal Susa, manifestazione No Tav

Il caso Sconfessata la linea nazionale: contrari soltanto gli edili. Bellono (Fiom): «Abbiamo convinto le altre categorie. Con la crisi, meglio piuttosto finanziare la cig. Ed è un messaggio a Chiamparino»

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 11 marzo 2014

«La Cgil ritiene che occorra riconsiderare, valutando attentamente le prospettive dei volumi di movimentazione delle merci in ambito transnazionale, l’opportunità, la praticabilità e i relativi costi delle grandi opere previste, a partire dalle opere costose come la Tav».

Con queste parole la Camera del Lavoro di Torino ha creato un terremoto nel fronte che da sempre sostiene la Torino-Lione. Funzione pubblica, bancari, metalmeccanici, comunicazioni e lavoratori della scuola hanno quindi fatto loro le tre parole che da sempre caratterizzano l’opposizione all’alta velocità: opportunità, praticabilità, costo. A opporsi invece sono stati gli edili della Fillea.

Gli ultimi disastrosi dati sul traffico merci ferroviario-autostradale lungo la direttrice del Frejus, e in generale su tutto l’asse ovest-est, uniti al certosino lavorio di convincimento della Fiom, hanno portato a un risultato da sempre mancato: il sindacato più forte di Torino ha bocciato il progetto dell’alta velocità senza appello.

Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom commenta: «L’ordine del giorno l’abbiamo proposto noi e la stessa cosa è successa in altre categorie. Abbiamo avuto una sinergia che ha creato un risultato per molti versi insperato. I motivi che spiegano quanto accaduto sono molti: a Torino e in Piemonte stiamo fronteggiando una dura crisi che necessita di risorse aggiuntive immediate, volte al finanziamento degli ammortizzatori sociali. Dove prenderli? Guardando in prospettiva sottolineo che il voto della Cgil di Torino mette in crisi l’idea che dalla crisi si esca con investimenti nel gigantismo infrastrutturale».

Bellono poi sposta il focus del voto dal piano economico a quello politico: «Non è da dimenticare che tra due mesi questa regione eleggerà il dopo Cota, quindi il voto espresso dalla Cgil non può che essere fonte di riflessione da parte di chi si candida a guidare il Piemonte».

Il riferimento è a Sergio Chiamparino, da sempre favorevole all’opera, prossimo candidato per il centrosinistra alle elezioni regionali.

Comprensibilmente sbalordita la reazione di Mario Virano, presidente dell’Osservatorio Torino-Lione: «L’opera è partita, quindi quella della Cgil è una riflessione tardiva. I soldi messi dall’Unione europea generano lavoro e non sono spendibili su altre opere».

La bocciatura del sindacato di Susanna Camusso giunge dopo la visita al cantiere dell’ex ministro Passera e soprattutto dell’attuale titolare del dicastero delle Infrastrutture, Maurizio Lupi che, al termine della visita ha dichiarato: «Questo cantiere sta andando avanti di corsa. I lavori sono in anticipo di sei mesi sulla tempistica e se non ci saranno intoppi la galleria sarà pronta entro la fine del 2015».

Diversa l’opinione del tecnico della Comunità Montana Luca Giunti: «I lavori dal 13 giugno 2013 hanno avuto una progressione di poco superiore al metro giornaliero. Ne mancano ancora settemila».

Nonostante cotanti pellegrinaggi rimane ancora silente il presidente del consiglio, Matteo Renzi, da sempre gelido sulla tratta ad alta velocità Torino-Lione.

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