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Rivoluzionari3, quarant’anni di orgoglio

Rivoluzionari3, quarant’anni di orgoglio

La mostra Al Mattatoio di Roma si festeggia il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli

Pubblicato più di un anno faEdizione del 8 luglio 2023

Tra le più longeve realtà gay italiane, festeggia quarant’anni il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma e viene omaggiato nella sua città, al Mattatoio, con una mostra intitolata Rivoluzionari3 curata da Ilaria Di Marco e Davide Lunerti e con un ricchissimo libro di materiali inediti pubblicato da Edizioni Tlon.
Fino al 30 luglio usciranno dagli archivi fotografie, documenti, memorabilia, scritti, progetti e video, per raccontare la storia dell’associazione che prende il nome dalla figura più carismatica del movimento di liberazione omosex degli anni Settanta, autore nel 1975 del saggio Elementi di critica omosessuale. È una storia di lotte politiche durissime, intrecciata con quella del movimento lgbtqia+ in generale, di manifestazioni di piazza sempre controvento e di momenti di aggregazione e divertimento che segnano l’evoluzione del costume, come le notti danzati di Muccassassina. È una storia di momenti epici collettivi e di piccoli atti di resistenza quotidiana, di simboli, di idee, di slogan, di discorsi, ma è soprattutto una storia di persone. Nelle fotografie si incontrano volti del movimento e dell’associazione, Maria Silvia Spolato, Ciro Cascina, Bruno Di Donato, Vanni Piccolo, Felix Cossolo, Marco Sanna, Porpora Marcasciano, Marcella Di Folco, Sylvia Rivera, Rossana Praitano, La Karl du Pigné, Vladimir Luxuria, per fare alcuni nomi: «una galleria di attivist* che grazie alla propria dedizione, estro, capacità politica, carisma e tenacia, sono riuscit* a far compiere passi importanti alla nostra comunità», racconta Mario Colamarino, il presidente del circolo.

L’associazione è stata capofila di tante battaglie libertarie per la parità dei diritti e la cultura dell’inclusione, dalla lotta all’aids negli anni Ottanta alla non discriminazione delle persone trans, dal primo Pride nazionale del 1994 allo storico World Pride del 2000, un evento senza precedenti. Un vero e proprio anti-giubileo, scomodo abbastanza da far arrabbiare tanti, da Forza Nuova al governo Amato. Per la gioia di chi avrebbe voluto rinchiuderle con i leoni, dietro le bandiere del Mieli le frocie marciano al Colosseo insieme a delegazioni provenienti da tutto il mondo, sulle note di Nessuno mi può giudicare. Per arrivare qui però si parte da lontano, sui tacchi alti, con favolosità e fragore, per giocare a fare seriamente la rivoluzione: è questa la sintesi di una storia che ha riscritto la Storia con ironia e provocazioni continue, dando una ribalta di visibilità consapevole e orgogliosa a chi, grazie all’euforia post sessantottina, trova il coraggio di uscire dall’armadio della vergogna per iniziare a rivendicare dignità e uguaglianza.

Se la rivolta allo Stonewall Inn di New York contro i soprusi della polizia è del 1969, il movimento gay italiano manifesta per la prima volta nel 1972 a Sanremo contro un convegno di psichiatri omofobi. In piazza con il Fuori c’è un giovane Mario Mieli, che a Londra ha frequentato il Gay Liberation Front e poi si immergerà nella stagione movimentista e nel teatro politico, con il celebre spettacolo La Traviata Norma. Il circolo che porta il suo nome nasce nel 1983. Di nuovo la scintilla è la rabbia, stavolta per Salvatore Pappalardo, un operaio ucciso perché omosessuale, vittima di chi vuole punire il sesso furtivo tra i cespugli di Montecaprino, all’epoca luogo di ritrovo della comunità. Militanti arrabbiati di alcune organizzazioni già esistenti decidono di unire le forze per contare di più: ecco il «Movimento unitario omosessuale romano». L’acronimo Muor non sembra però promettere bene e allora si cambia la «m» di movimento con la «c» di coordinamento, diventando Cuor. Poi Mario Mieli – che in mostra ritroviamo nelle bellissime foto scattate dall’amica Maria Bosio – muore suicida, trentenne, e il Cuor prende il suo nome, tenendone viva la memoria e lo spirito critico, dissacrante e rivoluzionario. Da qui si va al galoppo, bussando al comune per ottenere una «casa» per gli omosessuali a Roma e poi inventandosi mille manifestazioni, mille ribalte, mille istanze politiche, insieme a tante attività e servizi da sempre offerti gratuitamente dal circolo. Tra le quali anche un giornale, Aut, fondato nel 1994, chiuso nel 2011 e ora rinato online, www.autmagazine.it. Ripercorrendo la anime del Mieli, specchio imprevedibile di un cambiamento incessante, Rivoluzionari3 è una mostra su travestimento e politica, piazze gremite e feste fluo che scandiscono la vita di un’associazione leader della comunità lgbtqia+ italiana capace, tanto nel dialogo con le istituzioni quanto nelle esperienze più antagoniste della sua storia, di contribuire con le sue lotte e con l’orgoglio e la generosità dei suoi attivisti a rendere questo paese più libero, accogliente e meno medievale per tutti.

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