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Ritorni letterari (e in carne e ossa) nella civile Puglia

Ritorni letterari (e in carne e ossa) nella civile Puglia

Frammenti Il romanzo di Marco Ferrante per Bompiani, fra borghesia irrisolta e naufragi in mare, al largo di Brindisi

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 17 agosto 2024

Sono stato attirato dal romanzo di Marco Ferrante, noto opinionista che ne scrive come tanti o tutti i suoi colleghi, per via del titolo, Ritorno in Puglia (Bompiani) perché da tempo quasi immemorabile torno periodicamente in quella che considero la più bella regione italiana e una delle più civili, anche per la sua geografica collocazione adriatica, di fronte all’Oriente e a un salto (il Salento) dalla Grecia.

Ferrante narra una borghesia irrisolta, a partire da un evento che scava nella realtà: l’affondamento nel mare di Brindisi di una nave di migranti da parte di una nave militare italiana, sul finire degli anni novanta. (Tra parentesi, è capitato anche a me, di assistere anni addietro a un evento simile, e di portare con associazioni del posto il primo aiuto a un gruppo di naufraghi). Ferrante racconta le difficoltà di una borghesia che vive nell’incoerenza di voler essere migliore di quanto non sia, e lo fa con analisi minuziose di comportamenti – anche a confronto con i nuovi arrivati.

Non è da critico letterario che intendo parlare, ma da testimone indiretto di una mutazione in atto, che mi sembra da tempo più evidente in Puglia che in altre regioni – per la vitalità e ricettività di un ambiente sociale forse più civile di quello di altre regioni, anche quelle del Nord. Una volta, mi stupivo delle novità pugliesi in anticipo su altre regioni, oggi non più, perché ho fatto in tempo a imparare molto da illustri pugliesi conosciuti da vicino, da Salvemini ai Fiore a Rina Durante, da Bene a Bodini e più di recente da amici più giovani di me, che sanno tenere insieme rigore intellettuale e presenza «politica», primo fra tutti il barese Lagioia.

Mi ha sempre colpito anche il paragone che a me e ai miei amici meridionali veniva di fare tra le Puglie (non solo Bari, dunque) e Napoli (con la rivalità-complicità di Salerno), una diversità non una rivalità, che andava però a vantaggio delle Puglie… Non si tratta di essere sudisti o nordisti o centristi, ma semplicemente italiani esigenti e vivi, di fronte ai problemi di un’epoca difficile e, purtroppo, nel timore di un peggio. Che verrà da fuori e da vicino, nella nostra assoluta impreparazione. Ma in Puglia, chissà.

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