Lavoro

Rischiano il licenziamento perché si lamentano dell’ospedale

Rischiano il licenziamento perché si lamentano dell’ospedale

Il caso Tre lavoratori del Pronto soccorso sanzionati per un'intervista. L'anno scorso due dipendenti dello Spallanzani erano stati sospesi per quattro mesi dopo aver parlato alla radio

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 23 marzo 2018

Sanzionati per una intervista, rischiano il posto: dopo un caso simile di qualche mese fa all’Ospedale Spallanzani di Roma, un nuovo caso si è aperto al Policlinico Umberto I. Tre lavoratori del Pronto soccorso, finito il turno di lavoro, avevano rilasciato un’intervista sulle condizioni del nosocomio il 7 febbraio scorso, su richiesta della candidata alla Regione Lazio Roberta Lombardi.

Qualche giorno fa sono arrivate le contestazioni disciplinari, che potrebbero sboccare in un licenziamento. I tre dipendenti dell’ospedale, iscritti al Coordinamento lavoratori e lavoratrici del Policlinico Umberto I, hanno ricevuto la solidarietà dei colleghi dello Spallanzani, e sono stati indetti due presidi il 29 marzo (ore 9,30 presso il rettorato della Sapienza, Piazzale della Minerva) e l’11 aprile (ore 12 presso la direzione del Policlinico, Viale del Policlinico 155).

«Nell’intervista erano state semplicemente evidenziate le carenze dell’ospedale – spiega il Coordinamento cittadino Sanità – Privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi; organici carenti rispetto alle necessità di assistenza dei pazienti; precarizzazione dei lavoratori; mancanza di letti e strutture ricettive con conseguente congestionamento del Pronto soccorso e lunghe permanenze dei malati in corridoio e sulle barelle».

«Insomma – prosegue il Coordinamento – si trattava di una semplice elencazione di una drammatica condizione della sanità pubblica, che determina la rinuncia alle cure di milioni di persone, liste di attesa interminabili e la conseguente impennata delle morti, che da anni rilevano le statistiche».

Due lavoratori dello Spallanzani, l’anno scorso, erano stati sospesi per 4 mesi per aver parlato delle condizioni di lavoro nel loro ospedale in una intervista radiofonica.

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