19’40” – si legge nel sito (www.19m40s.com): «è una collana discografica su abbonamento dedita alla promozione di un approccio trasversale e non gerarchico alla musica classica, elettronica, contemporanea e incidentale». Call for Scores è il titolo dell’ultima uscita discografica e come, indica il titolo, nasce come bando per compositori, italiani e stranieri. 14 i brani selezionati, molto diversi tra loro. Le tracce sono state poi eseguite dagli Esecutori di Metallo su Carta, l’ensemble di 19’40”. Abbiamo incontrato i responsabili della collana, Sebastiano De Gennaro, Enrico Gabrielli, Marcello Corti, Francesco Fusaro.

Perché scegliere una «call for scores»?

Sebastiano: L’origine di questo progetto è strettamente legata alla natura e alla storia del nostro ensemble, Esecutori di Metallo su Carta. Si tratta di una compagine di musicisti con provenienze ed esperienze estremamente eterogenee che però negli anni ha trovato una certa solidità ed un proprio stile. Questo è successo grazie all’arrivo di un direttore stabile, Marcello Corti, e di alcuni collaboratori sempre presenti, come la violinista Yoko Morimyo e il pianista Damiano Afrifa, musicisti con cui abbiamo trovato una grande sintonia. L’ultimo salto di qualità dell’ensemble sta proprio nell’aver realizzato questa prima call for scores, appositamente progettata per mettere in luce i punti di interesse che caratterizzano da sempre la ricerca musicale di 19’40’’: trascrizioni, brani originali e sabotaggi. Il perché di una call for scores è abbastanza semplice: musicisti e compositori devono parlarsi, confrontarsi ed interrogarsi a vicenda, questo serve per creare nuova musica che sia fresca, viva e significante.

Cosa ci dice il disco della situazione della composizione musicale contemporanea in Italia?

Enrico: la musica contemporanea, a differenza di altri cosiddetti «generi» (o contesti sonori), è un concetto vago e astratto. Questo perché include al suo interno enormi possibilità di linguaggio. Per alcuni anni, soprattutto penso alla generazione post-Webern e successivamente quella degli inizi anni Duemila, vi era un profondo desiderio di rifondare un codice che coprisse ogni parametro della composizione: il modo di usare gli strumenti, le forme, le dinamiche, i modelli. Penso a Sciarrino dove tutto è completamente reinventato. Piano piano però, per merito (o demerito direbbero alcuni prosecutori del pensiero di un Donatoni) è arrivato il gusto anglosassone per la manipolazione del mondo tonale o della definizione del ritmo. E quindi ora, anche da noi, non è impossibile intravedere nella musica contemporanea ibridazioni, accenni di partiture aperte, riferimenti alla cultura popolare. Il che sta a significare che anche qui è finito il tempo degli out-out. Per fortuna, aggiungo. E in questo cambio di scenario si inserisce questo disco che certo non vuole indicare una via, ma vuole fotografare un momento di transizione importante. Potremmo definirlo una breccia nel muro dell’ideologia, muro già di per sé estremamente danneggiato. E intanto che ascoltiamo le tracce ivi contenute, attendiamo il rumore del crollo.

Rimanendo sul tema, cosa c’è da fare sul piano della promozione secondo voi?

Marcello: Abbiamo deciso di utilizzare la parola scritta, un mezzo migliore di altri per raccontare ascolti e percorsi musicali poco social. Sul blog di 19’40’’ escono regolarmente articoli, tra cui spiccano le brevi guide all’ascolto realizzate per i quattordici brani incisi. Abbiamo scelto di utilizzare un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori evitando di dare per scontate conoscenze e competenze. Il Cd inoltre risulta molto gradevole all’ascolto grazie alla brevità e alla grande varietà dei brani proposti. Forse sono queste le azioni da considerare in ambito promozionale: brevità e semplicità, due caratteristiche da unire al gusto della sorpresa e ad un intento narrativo. Raccontare musica, non solo la contemporanea, è infatti il modo migliore di renderla viva e fruibile.

Perché abbonarsi e supportare le attività di 19’40″’?

Francesco: La trasversalità del repertorio è un nostro punto di forza: consideriamo la musica per videogame, per lo schermo, per il club e per la sala da concerto tutte legittime espressioni artistiche della contemporaneità sonora. Questo si riflette anche nei luoghi dove ci esibiamo, tendenzialmente lontani dagli ambienti per addetti ai lavori della contemporanea «dura e pur»”, e nel modo in cui raccontiamo il nostro repertorio. Per questo crediamo sia bello supportarci con un abbonamento: perché siamo i soli in Italia a fare quello che facciamo, nel modo in cui lo facciamo. Infatti, guardiamo a realtà come Nonclassical a Londra o New Amsterdam Records a New York come nostri riferimenti «di metodo» Dopo sei anni di attività, siamo in una fase di ridefinizione della nostra organizzazione, con l’obiettivo di potenziare ancora di più la nostra attività dal vivo legata all’ensemble Esecutori di Metallo su Carta. Sono anni tosti per realtà totalmente indipendenti come la nostra e la capacità di adattamento diventa necessità di sopravvivenza.