Esercizi spirituali e altre storie è il titolo, tra laico misticismo sonoro e fabulazione SF, dell’ultimo album del violinista Rino Adamo (myLab, fondata nel 2019). Nel disco Adamo costruisce una musica visionaria, tridimensionale, oltre i generi con violino elettrico, elettronica, strumenti virtuali, voci. Unici contributi quelli di Stefano Franceschini (sax baritono, Sonatina per violino e sax afono) e Rodney Prada (viola da gamba, Fantasy in the Cage). Cage è per Adamo riferimento più filosofico che musicale, mentre Part Two (Leroy) rivela l’interesse per il violinista afroamericano Leroy Jenkins. Sperimentatore di area chicagoana, morto nel 2007, con il suo violino «vorrebbe provocare l’ascolto a uscire dai suoi codici e dalle sue comodità» (Christian Tarting) e tale approccio è in marcata sintonia con Adamo. Del resto il violinista ha scritto (note di copertina di Tra due mondi, myLab 2021, in solo): «Non so se esista il punto dove la musica confluisce, come un fiume, nell’oceano dei rumori e (…) il punto dove i rumori vanno ad addensarsi nella musica. Il lavoro che vi presento nasce in questo personale luogo indefinito». È collocata in questa «terra di nessuno» la sua ricerca che attinge a jazz radicale, musica contemporanea ed elettronica, con una rilevante personalità e tensione, in una dimensione sempre critica e mai autocompiaciuta. Rino Adamo, nonno violinista di rivista e caffè concerto, viene da lontano. Dopo studi accademici ha lavorato nella musica sinfonica e operistica; si è interessato al folklore lucano e al violino tzigano. I Seminari di Siena Jazz (1988-1994) gli hanno aperto altre «porte sonore» ed è stato stretto collaboratore di Bruno Tommaso (Orchestra Utopia, Il diritto e il rovescio). Ha lavorato dal 2000 a propri progetti, con Sergio Corbini e, in Francia, con la AJMI di Avignon. Dal 2014 ha avviato la sua ricerca elettronica con gli Almost Modern 3 (Mariano Di Nunzio, Sandro Marra). Diciassette gli album, tra cui Antologia italiana con Corbini, 2002; Convergenze con Boris Savoldelli, 2018; Music for a Film Never Filmed, in solo e duo, 2019. Insomma un artista importante, da seguire, che ha come «eredi indiretti» Emanuele Parrini e Paolo Botti.