Economia

Rimborsi non a tutti, ce lo chiede la Ue

Rimborsi non a tutti, ce lo chiede la Ue

Pensioni Bruxelles: la risposta alla Consulta rispetti «i margini di sicurezza sul deficit». Padoan: «Def a saldi invariati». Renzi e Alfano confermano che la sentenza verrà «interpretata». Cgil: «Ok ma ci consulti»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 maggio 2015

Il decreto sulle pensioni arriverà entro la settimana: lo ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, uscendo dall’Ecofin di Bruxelles, facendo intendere che la questione è stata oggetto di confronto al tavolo Ue e che la Commissione è in attesa di una soluzione che le dovrà piacere. I commissari hanno anticipato un sostanziale via libera alla politica economica del governo, ma non a caso hanno posto l’accento sulla sentenza della Consulta, spiegando che aspettano di sapere quale via percorrerà il governo.

Padoan ha spiegato che si sta lavorando a «una soluzione che minimizzi l’impatto sulla finanza pubblica e che permetta di continuare a rispettare, come indicato nel Def, tutti i parametri di finanza pubblica». Insomma, si farebbe in modo di rimanere al 2,6% di deficit indicato quest’anno: anche se proprio dall’Europa potrebbe venire una ulteriore flessibilità, tale da permettere all’Italia di arrivare fino al 2,8%, e di racimolare così ulteriori 3,2 miliardi di euro che si aggiungerebbero al “tesoretto” già rimediato innalzando l’asticella dall’originario 2,5% fino appunto al 2,6%.

La Commissione, che discuterà oggi il testo elaborato sulle nostre prospettive economiche, chiede che quanto verrà speso per lo sblocco delle indicizzazioni venga compensato in modo da restare con un margine di sicurezza sotto il tetto del 3%, e impegnandosi a raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2017. Le misure per «compensare appropriatamente» l’impatto della sentenza della Consulta – dice la bozza di raccomandazioni Ue – «devono assicurare che l’Italia resti nel braccio preventivo del Patto, che sia rispettato il “margine di sicurezza” sul deficit, che l’”obiettivo di medio termine” sia raggiunto in 4 anni».

Quindi, sostanzialmente, non cambierebbero impegni e obiettivi dell’Italia, ma le si potrebbe lasciare la possibilità di alzare il livello del deficit fino al 2,8%, parametro che lascerebbe un margine di sicurezza, un “cuscinetto” dello 0,2% rispetto al target del 3%.

Ma appunto non è ancora detto che si faccia ricorso a questa possibilità. Quel che è certo, è che il governo non ha la minima intenzione di restituire tutto a tutti. Insomma, interpreterà il più possibile la sentenza per tarare i risarcimenti e non sconvolgere i conti. Lo ha fatto capire Padoan, ma soprattutto lo ha dichiarato lo stesso premier Matteo Renzi, e poi in serata lo ha ribadito il ministro degli Interni e leader di Ncd Angelino Alfano.

«La sentenza (della Consulta, ndr) non dice che bisogna pagare domani tutto, che è obbligatorio restituire tutto. Può darsi che offra margini, verificheremo», ha detto Renzi nel corso di una lunga e articolata intervista a RepubblicaTv. «Nei prossimi giorni – ha aggiunto il presidente del consiglio – verificheremo le carte della sentenza, l’abbiamo appresa dalle agenzie il 30 aprile che è stato un brillante modo per festeggiare il primo maggio, verifichiamo per evitare gli errori che ha fatto chi ci ha preceduto. Lo faremo il prima possibile».

Alfano ha risposto alla seguente domanda, posta dalla radio Rtl 102,5: sul caso pensioni Renzi ha detto che non bisogna restituire tutto a tutti e subito, è questa la linea ufficiale del governo? «È questa, e credo sia conforme a quello che ha detto la Corte Costituzionale che è stata interpretata molto rapidamente e molto sommariamente da parte di taluni osservatori», ha replicato il ministro.

Un’apertura a questa ipotesi è venuta dalla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha parlato uscendo dall’incontro di Palazzo Chigi sul ddl scuola: «Il governo può decidere con quali modalità e con quali caratteristiche» applicare la sentenza della Consulta sull’indicizzazione delle pensioni «ma penso dovrebbe farlo confrontandosi anche con i sindacati per trovare soluzioni che non siano, come quelle prese in passato, bocciate dalla Consulta».

Camusso chiede quindi non solo un incontro (promesso tra l’altro dal ministro Poletti alle organizzazioni dei pensionati), ma anche, più in generale, un confronto sull’intera riforma Fornero.

Le opposizioni, al contrario, anche per trovare un efficace argomento di protesta, pressano perché la sentenza venga applicata in via estensiva, ovvero restituendo tutto a tutti e subito: Renato Brunetta e Mariastella Gelmini, di Forza Italia, chiedono di «rispettare la sentenza» e di «pagare tutto».

Identica richiesta viene da Matteo Salvini, segretario della Lega: «Arriviamo a 20 miliardi di euro che stanno cercando di trovare non per tutti e non subito».

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