Rikako Ikee, rinascita in corsia centrale
Tokyo 2020 L'odissea della nuotatrice giapponese: la sua ascesa sportiva frenata dalla leucemia. Il percorso per tornare a vivere
Tokyo 2020 L'odissea della nuotatrice giapponese: la sua ascesa sportiva frenata dalla leucemia. Il percorso per tornare a vivere
Alla fine della staffetta femminile dei 4×100 misti di nuoto di due giorni fa, le telecamere delle televisioni giapponesi, piuttosto che le nuotatrici australiane che avevano appena vinto l’oro, cercavano e mostravano con un’insistenza piuttosto atipica le atlete di casa, arrivate ottave. Non per partigianeria, ma piuttosto perché nella gara appena conclusasi trovava compimento una delle storie personali più belle e toccanti di queste Olimpiadi. Il sorriso di una delle nuotatrici di casa, Rikako Ikee, che aveva gareggiato nella terza batteria a farfalla, non era infatti dovuto al risultato, ma alla felicità per essere riuscita a gareggiare ai giochi del suo paese dopo aver superato la malattia che l’aveva colpita, solo diciannovenne, due anni prima.
NATA il quattro luglio a Tokyo, Rikako Ikee comincia a frequentare le piscine della capitale già da bambina, ma il suo talento esplode quando nel 2015 comincia a battere record nazionali nello stile libero, e nei 50 e 100 metri a farfalla. Partecipa, ancora giovanissima, alle Olimpiadi di Rio del 2016, dove gareggia in ben sette specialità, tre di staffetta e quattro individuali, classificandosi quinta, il suo miglior risultato, nella finale dei 100 metri a farfalla. La sua ascesa sportiva e la sua maturazione tecnica continuano due anni dopo quando ai Giochi Asiatici di Giacarta fa incetta di medaglie, diventando la prima atleta a vincere sei ori, assieme a due argenti, nella storia della manifestazione continentale.
Tutto sembra indirizzare la sua giovane carriera verso la coronazione in quella che è la sua città, Tokyo, nel 2020 inoccasione dei tanto attesi giochi olimpici, ma agli inizi del 2019, mentre si trova in Australia per prepararsi, è costretta improvvisamente a rientrare in Giappone per problemi di salute. Il dodici febbraio pubblica un messaggio choc sui social media attraverso il quale annuncia che le è stata diagnosticata una forma di leucemia.
IKEE VIENE RICOVERATA per dieci mesi, dimessa nel dicembre del 2019 e una volta uscita dall’ospedale, comincia il percorso per ritornare a vivere la vita di una giovane ragazza della sua età e soprattutto praticare quello che sa fare meglio, cioè il nuoto. Per la prima volta in più di un anno, siamo nel marzo del 2020, Ikee torna ad allenarsi, anche se, comprensibilmente, molto dimagrita e gracile. È così infatti che la vediamo in un cortometraggio di dieci minuti, prodotto dall’azienda di cosmetici SK-II e diretto da Hirokazu Koreeda (Maborosi, Little Sister, Un affare di famiglia).
The Center Lane, la corsia centrale, quella preferita dalla nuotatrice, è il titolo del breve lavoro che, anche attraverso alcune scene di animazione segue Ikee, il suo periodo di riabilitazione sportiva e le sue preoccupazioni. Una delle scene più toccanti del lavoro, si tratta comunque di una sorta di video promozionale visibile in rete, ma il tocco di Koreeda si percepisce, anche perchè il regista nasce come documentarista, è quando vediamo una magrissima Ikee che dopo mesi torna a tuffarsi nella piscina ed ha quasi timore a farlo, come se fosse la prima volta.
Questo senso di rinascita e di dover ricominciare tutto da capo si percepisce spesso anche nelle dichiarazioni della nuotatrice fatte in questi giorni. I giochi di Tokyo sono stati infatti per lei solo un nuovo inizio, alla vita e non solo al nuoto, non ha partecipato a gare individuali per riserve riguardo alla sua tenuta fisica, ma la sua speranza è quella di poter ritornare in piscina e competere nella sua gara, i 100 metri a farfalla, fra tre anni alle Olimpiadi di Parigi.
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