Right to Repair, se si rompe il vaso di Pandora delle lobby
Hi-Tech La rivendicazione di un diritto a disporre e aggiustare in proprio oggetti tecnologici si scontra con il veto della grandi case di produzione che si nascondono dietro la tutela del «segreto industriale»
Hi-Tech La rivendicazione di un diritto a disporre e aggiustare in proprio oggetti tecnologici si scontra con il veto della grandi case di produzione che si nascondono dietro la tutela del «segreto industriale»
Right to Repair, il diritto alla riparazione, indica il diritto di tecnici indipendenti e consumatori di riparare oggetti (come elettrodomestici, mezzi agricoli ed equipaggiamento medico) senza passare attraverso la compagnia produttrice. Spesso oggi non sappiamo come siano stati fabbricati e montati gli oggetti che utilizziamo, e i tecnici (autorizzati) che vengono a ripararli possono solo prendere atto del guasto e ordinare dal produttore uno specifico sostituto per un’altrettanto specifica parte malfunzionante, o consigliare di comprare direttamente un nuovo modello.
Le compagnie sostengono che se ci fosse permesso di aprire e manipolare liberamente i dispositivi i loro segreti industriali verrebbero rubati e la loro sicurezza, e quella dei software inclusi, verrebbe messa in pericolo. Inoltre, le tecnologie sarebbero ormai diventate troppo avanzate (e persino pericolose) per essere maneggiate da persone non specializzate. Ma l’assenza del Right to Repair serve soprattutto a mantenere sotto il controllo delle compagnie l’obsolescenza dei loro prodotti e ha un pesante impatto sull’ambiente.
Il dibattito sul diritto alla riparazione nasce in gran parte negli USA, promosso da gruppi come The Repair Association e compagnie come iFixit, ed è poi arrivato in Europa, che ha ora leggi contro l’obsolescenza programmata e inizia ad averne a favore del Right to Repair. Assemble With Care di ustwo games è un videogioco puzzle dedicato proprio al valore della riparazione: nei panni di Maria, un’aggiustatutto giramondo, arriviamo nella luminosa città di Bellariva e aiutiamo gli abitanti riparando i loro oggetti difettosi. Ogni capitolo della storia è un oggetto, e ogni oggetto è un piccolo e semplice enigma da risolvere. Ma, soprattutto, ogni oggetto è un ricordo, un momento importante, una speranza per il futuro, e assemblarlo e ripararlo vuol dire rimettere insieme questi ricordi e queste speranze e ricomporre i rapporti tra i vari personaggi.
Assemble With Care, ora disponibile anche su PC, è però uscito originariamente in esclusiva per Apple Arcade, il servizio di videogioco su abbonamento di Apple per i dispositivi iPhone, iPad e Apple TV. Come l’ESA, la lobby americana degli editori di videogiochi (e dei produttori di console, cioè Microsoft, Sony e Nintendo), Apple si oppone al Right to Repair, e anche per questo in USA è indagata dalla commissione Antitrust del Congresso. I suoi dispositivi (soprattutto quelli mobili) sono sistemi in gran parte chiusi: l’hardware scelto da Apple, e riparabile solo da chi è autorizzato da Apple, fa girare i programmi scelti da Apple nel sistema operativo scelto da Apple. Assemble With Care nasce quindi su una delle piattaforme che più ostacolano la pratica che il gioco sembra promuovere. Purtroppo, raramente quando parliamo di videogiochi, e in generale di software, pensiamo agli hardware su cui girano e ai rapporti di potere (tra Nord e Sud del mondo, tra compagnie e lavoratori) che questi hardware rappresentano.
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