Rifugiati: vertici, voti e frontiere militarizzate, la Ue nel panico
Crisi europea Vertice straordinario il 23, il 22 c'è la riunione dei ministri degli Interni. L'Europarlamento approva il progetto di redistribuzione di 120mila profughi. L'Ungheria diventa modello, la Bulgaria militarizza il confine con la Turchia
Crisi europea Vertice straordinario il 23, il 22 c'è la riunione dei ministri degli Interni. L'Europarlamento approva il progetto di redistribuzione di 120mila profughi. L'Ungheria diventa modello, la Bulgaria militarizza il confine con la Turchia
Convocazione di Consigli e voti con procedura d’urgenza alla Ue, nell’affanno di cercare una soluzione alla crisi dei rifugiati, mentre sul terreno prosegue a grandi passi la chiusura delle frontiere. Donald Tusk, presidente del Consiglio Ue, ha convocato per il 23 settembre un vertice straordinario dei capi di stato e di governo. La vigilia, ci sarà la riunione, già prevista, dei ministri degli Interni, che dovranno sminare il terreno e trovare un’intesa sulla redistribuzione di 120mila profughi, dopo aver fallito all’incontro del 14 settembre. Ieri, il parlamento europeo, con un voto fast track ha approvato la proposta della Commissione, senza emendamenti, con 370 voti a favore, 134 contrari e 52 astensioni. La Commissione si è rallegrata per la “reattività” dell’Europarlamento: “la via è ormai aperta perché il Consiglio Interni adotti la nostra proposta”. Ma resta il fatto che Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia rifiutano di partecipare alla ripartizione e la Polonia resta reticente. La Danimarca è disposta ad accogliere mille profughi, ma senza partecipare alle quote. Poi ci sarà un altro voto dell’Europarlamento, una volta che i ministri degli Interni avranno approvato il “meccanismo” di ripartizione (con un sistema di ponderazione: la grandezza de paese vale per il 40% nel calcolo come il pil, pesano invece il 10% la presenza di richiedenti asilo precedenti e il tasso di disoccupazione). Il progetto della Commissione prevede un finanziamento di 6mila euro per profugo accolto e 500 euro a testa per i paesi –Italia, Grecia e Ungheria – “beneficiari” della redistribuzione. L’Ungheria, pero’, continua a rifiutare e l’Alto commissario Onu ai diritti uman, Zeid Ra’ad al Hussein, l’accusa di violare “il diritto internazionale” con “posizioni xenofobe e anti-musulmane”. Jean Asselborn, ministro dell’Immigrazione del Lussemburgo, che ha presidenza del Consiglio Ue, ha spiegato all’Europarlamento che “ci sarà un cambiamento importante alla proposta iniziale della Commissione: l’Ungheria non si considera come un paese in prima linea e non vuole beneficiare del regime di ricollocazione”. Il ministro degli esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha pero’ affermato ieri: “abbiamo proposto di creare una forza Ue che protegga le frontiere, se ci sarà siamo pronti a sostenere il sistema di redistribuzione per quote”. Nei fatti, la forza militare e di polizia è già alle frontiere, ma a livello nazionale. La Bulgaria segue l’Ungheria e militarizza il confine con la Turchia. Intanto, la tensione è sempre forte in Croazia e la Slovenia, paese di transito verso l’Austria, ha istituito controlli alle frontiere per almeno una decina di giorni.
Di fronte a questa situazione caotica di reazioni nazionali, Asselborn ha messo in guardia: “il Consiglio del 22 settembre non sarà facile”. La Commissione mantiene anche la minaccia di “multe” ai reticenti: se un paese è temporaneamente impedito ad accogliere la sua quota, per ragioni “fondate e oggettive” (come una catastrofe naturale, sarà Bruxelles a giudicare), dovrà comunque versare un contributo pari allo 0,002% del pil e l’esenzione potrà durare al massimo 12 mesi. Il presidente dell’Europarlamento, Martin Schultz, ha scritto una lettera al primo ministro lussemburghese, Xavier Bettel, che ieri ha visto Matteo Renzi, per chiedere uno sblocco immediato di finanziamenti per gli stati “tampone”, Libano, Turchia, Giordania. Bruxelles è pronta a stanziare fino a un miliardo per la Turchia, ha affermato il commissario alle politiche di vicinato Johannes Hahn, per ottenere “un miglioramento su registrazioni e rimpatri”, sollecitando Ankara di essere “più dura con i trafficanti”. Intanto, un inglese propone un app per smartphone ai camionisti che transitano per Calais, per denunciare in velocità la presenza di migranti clandestini sul camion. Ieri sera undici migranti siriani, sono stati scoperti nel nord della Francia chiusi in un camion frigorifero proveniente dall’Italia.
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