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Riforma della sanità in Calabria, tutto il potere nella mani di Occhiuto

Riforma della sanità in Calabria, tutto il potere nella mani di OcchiutoRoberto Occhiuto – LaPresse

Verso la zona arancione La nuova ondata pandemica ha inferto un duro colpo a un sistema sanitario già allo sbando: è la regione con la più alta percentuale di occupazione di posti nei reparti (28%) ed è tra le 9 che superano le soglie critiche in entrambi i parametri (intensive e reparti). Il neo presidente si è fatto nominare commissario per poi avviare Azienda zero

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 28 dicembre 2021

È l’Azienda Zero di una sanità sottozero. In una regione giallo-arancio tendente al rosso. La nuova ondata pandemica ha inferto un duro colpo a un sistema sanitario già allo sbando. È quanto emerge dal monitoraggio quotidiano di Agenas sui dati del 26 dicembre. La Calabria è la regione con la più alta percentuale di occupazione di posti nei reparti (28%) ed è tra le 9 che superano le soglie critiche in entrambi i parametri (intensive e reparti). La regione ha già oltrepassato la soglia per il passaggio in zona arancione riguardante l’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti: in quella che va dal 20 al 26 dicembre è stata 227,67. Comincia a esser sempre più vicina la percentuale stabilita per il passaggio nella fascia con maggiori restrizioni anche per quanto riguarda i ricoveri fissata al 20% nelle intensive e al 30% in area medica. Il prossimo venerdì il governo dovrebbe ufficializzarne il passaggio in arancione. Prima negli indici peggiori, ultima per i target di eccellenza. La paura per i contagi in aumento infatti non fa crescere la campagna vaccinale.

La Calabria continua a essere al terzultimo posto per percentuale di popolazione vaccinata con il 21% degli aventi diritto che non ha nemmeno effettuato la prima dose. Peggior andamento per le terze dosi: ultima per somministrazioni del cosiddetto booster. È lungo questo scivoloso crinale che il neopresidente Roberto Occhiuto si muove da quando è stato eletto. Prima si è fatto nominare commissario ad acta della sanità spodestando senza molti fronzoli il prefetto Guido Longo. Poi a ridosso delle feste ha avviato una controriforma della sanità che ha fatto insorgere le opposizioni. Persino il Pd si è mosso e a queste latitudini è già una notizia.

La proposta di legge, avanzata dalla giunta di centrodestra, che prevede l’istituzione dell’Ente di Governance della Sanità denominato «Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero» è una bomba a miccia corta. E lo scontro è subito deflagrato. Una così rilevante legge non solo non è stata esaminata dalla competente commissione consiliare, ma verrà discussa a porte chiuse, negando qualsiasi forma di partecipazione democratica. Con il nuovo assetto tutto il potere passa nelle mani di Occhiuto ovvero del commissario ad acta della sanità calabrese (sempre Occhiuto) che diviene, nei fatti, l’uomo solo al comando.

Un accentramento di poteri e di competenze che fa impressione: redazione del bilancio preventivo e consuntivo, ovvero gestione del Fondo Sanitario da oltre 3 miliardi; indirizzo in materia contabile alle Asp; acquisti centralizzati nel rispetto della qualità, della economicità e della specificità clinica (in una regione che ha già la Stazione Unica Appaltante); procedure di selezione del personale delle Asp; autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio­sanitarie e tanto altro ancora. «Una costosissima azienda per soddisfare la sete di potere di questa destra. I costi di questo ennesimo carrozzone li pagheremo noi calabresi e sicuramente non risolverà i gravi problemi che affliggono la nostra sanità», rilevano gli attivisti di Calabria resistente e solidale.

Mentre Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo, consiglieri regionali del Gruppo De Magistris Presidente, hanno chiesto al governo nazionale e alla procura della Corte dei conti di diffidare il consiglio regionale della Calabria affinché non approvi la riforma. «L’Azienda Zero mira a creare solo un mega centro di potere funzionale a gestire la spesa surrogando la Stazione Unica Appaltante. Investiremo della questione il parlamento».

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