Quando la nonna di Nils comincia ad accumulare compulsivamente barattoli di zuppa di piselli, lui e la sua amica Evi decidono di scoprire il mistero. La prima missione della loro banda si è già conclusa felicemente con «l’integrazione» di Lina, una bimba profuga siriana «piccola ed esile con lunghi capelli scuri» e una ruga sulla fronte. Ruga che si spiana rapidamente grazie all’effervescenza di Evi – che ha già litigato con tutta la classe e che frequenta i corsi di sostegno. Evi insegna il tedesco a Lina parlandole velocissima: «Deve imparare il tedesco per bene mica al rallentatore».

Sono personaggi ironici e non allineati i protagonisti di Rieke Patwardhan in questo primo libro tradotto in Italia: La banda della zuppa di piselli – il mistero della nonna (Emons edizioni, tradotto da Valentina Freschi e disponibile anche con audiolibro letto da Marco Quaglia, pp.168, euro 15), stato selezionato per il Premio Strega ragazzi 8+ i cui vincitori saranno annunciati in autunno.

Nelle pagine di Patwardhan si incrociano le guerre contemporanee e le difficoltà di integrazione con la memoria della seconda guerra mondiale viste da un angolo nuovo per il pubblico italiano, quello delle vicende accadute durante la guerra alla popolazione tedesca: il racconto di una microstoria che – come accade quando il passato bussa alla porta – segna anche il presente. L’incontro tra generazioni, l’affetto per i nonni e qualche equivoco tessono un piccolo libro di avventure, di ricerca, di accoglienza. Sono narrati però – come accade nella realtà dell’infanzia – anche lo smarrimento, la preoccupazione, il bisogno di smarcarsi da un mondo adulto che vuole occupare tutti gli spazi. Patwardhan lascia infatti ai tre della banda della zuppa di piselli diverse possibilità di indagine e di interrogativi, la capacità di essere preoccupati e sbigottiti, libertà che consentiranno alla banda di scoprire il mistero che avvolge la storia della nonna.