Se riusciamo a costruire processi di condivisione e partecipazione possiamo mettere i giganti multinazionali con le spalle al muro. Dietro al disegno della globalizzazione c’è un’ideologia che vuole una società dove il profitto è di pochi, dove il cibo viene prodotto in condizioni di sfruttamento dei lavoratori, di impoverimento degli stessi contadini, un disegno che vuole cittadini disattenti, indifferenti verso ciò che comprano, declassati al ruolo di meri consumatori che non si chiedono come è stata coltivata, raccolta e distribuita la mela che danno a merenda ai figli. È un’ideologia forte, un modello culturale imperante ma che possiamo scardinare. È...