Lavoro

Rider in piazza: «No al contratto» Cgil: è un ricatto, ci mobilitiamo

Rider in piazza: «No al contratto» Cgil: è un ricatto, ci mobilitiamoLa protesta dei rider ieri a Firenze – Foto di Aleandro Biagianti

Diritti & Soprusi A Firenze protesta contro Deliveroo e Ugl. Pronte le denunce e i ricorsi di Comma 2 e sindacato

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 9 ottobre 2020

Mobilitazione dei rider contro il ricatto di Deliveroo e delle altre app aderenti a Assodelivery. Manifestazione a Firenze dove il Nidil Cgil ha riunito i ciclofattorini in piazza Duomo davanti alla Regione formando, con le sacche d’ordinanza, la scritta «No al nuovo contratto», poi un corteo in bici per la città.
E su la lettera-ricatto di Deliveroo – anticipata martedì dal manifesto – prende posizione anche la segreteria nazionale della Cgil. «Le minacce di licenziamento che stanno ricevendo in questi giorni i rider di alcune piattaforme del food delivery poiché si rifiutano di accettare le nuove condizioni contrattuali, dimostra che quanto siglato da Assodelivery e Ugl è un’intesa totalmente a perdere per i lavoratori. Non possiamo accettare un simile ricatto», afferma la segretaria confederale Tania Scacchetti.
«Insieme a Cisl e Uil – prosegue – abbiamo denunciato l’illegittimità di un accordo peggiorativo delle condizioni dei ciclofattorini. Perplessità tempestivamente notificate anche dal ministero del Lavoro ad Assodelivery. Per questo fin da subito – ricorda Scacchetti – ci siamo attivati per avviare un percorso vertenziale per opporci ad azioni padronali discriminatorie e lesive dei diritti dei rider e per contrastare l’applicazione di questo accordo».
La Cgil sta valutando di ricorrere per comportamento antisindacale (articolo 28). Invece l’associazione Comma 2 «Lavoro è dignità» sta preparando denunce per estorsione in tutte le città dove opera Deliveroo e azioni individuali e collettive al giudice del lavoro d’urgenza impugnando i licenziamenti.
Per Scacchetti «la gravità dei comportamenti delle aziende aderenti ad Assodelivery rappresenta un campanello d’allarme che va oltre la situazione dei rider. I lavoratori della gig economy, e in special modo delle piattaforme digitali, rischiano un sostanziale azzeramento di diritti frutto di decenni di lotte».

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