Rider, a Bologna Mymenu va già oltre il «contratto-pirata»
Ricatto Occupazionale Nella città della Carta dei rider la società riconosce il compenso del contratto nazionale della logistica. A Milano corteo di protesta
Ricatto Occupazionale Nella città della Carta dei rider la società riconosce il compenso del contratto nazionale della logistica. A Milano corteo di protesta
Nel giorno in cui entra in vigore l’«accordo capestro» fra Assodelivery e Ugl che circa 20mila rider sono stati costretti a firmare pena il licenziamento, arriva una buona notizia da Bologna. Nella città che nel 2018 ha firmato la Carta dei diritti dei rider, Mymenu, società che opera in 6 città italiane ha adeguato il compenso orario di tutti i rider coinvolti dalla propria organizzazione – proprio come prevedeva la legge del 2019 – ai minimi tabellari previsti dai contratti nazionali di riferimento – di certo superiore ai 10 euro lordi a cottimo del contratto Ugl – ed inserito maggiorazioni per lavoro in condizioni meteo sfavorevoli e festività. Una decisione festeggiata da Cgil, Cisl e Uil, da Rider union Bologna e dal comune.
A Milano partecipato corteo di protesta da via Torino a piazza Duomo e poi piazza della Repubblica contro il «contratto capestro» Ugl e Assodelivery.
Martedì intanto nell’intervista al manifesto la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha annunciato la convocazione di tutte le parti (anche Ugl e Assodelivery) per mercoledì 11 «con l’obiettivo di arrivare ad un vero contratto in linea con il dettato normativo e condiviso dai rider».
Non è chiaro se Assodelivery risponderà alla convocazione visto che ieri il suo presidente Matteo Sarzana ha rivendicato il contratto con l’Ugl che «ha salvato 30 mila lavoratori e un miliardo di fatturato».
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