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Ricordiamo le vittime ma anche la verità negata

Ricordiamo le vittime ma anche la verità negata

Memoria Oggi 9 maggio celebrazione in Senato del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo. Alla presenza, tra gli altri, del presidente Mattarella

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 9 maggio 2021

Al di là di ogni retorica e di ogni ufficialità ricordare oggi le Vittime del terrorismo significa innanzitutto ricordare le tante vite spezzate, le ferite rimaste, i tanti dolorosi vuoti lasciati nelle famiglie, nella vita delle persone. In tanti orizzonti di aspettative cancellati.

Ma vuol dire confrontarsi con la Storia di questo Paese e soprattutto farsi carico della ferita profonda tra cittadini, vittime, e Stato: uno Stato che non ha saputo garantire il diritto fondamentale alla vita, non ha saputo proteggere prima e dare giustizia poi. Uno Stato che con troppi suoi servitori “infedeli” è stato addirittura complice o spettatore inerme.

Credo che proprio se partiamo da quel giorno di dicembre a Piazza Fontana, che indichiamo come l’inizio del terribile periodo della nostra Storia, possiamo avere la rappresentazione di tutto questo: i morti, i feriti, la giustizia in ogni modo rallentata o negata, i depistaggi le scie di dolore. Bisogna parlare di Giustizia, di ricerca della verità, cominciando pure dalle notizie che abbiamo salutato con soddisfazione venirci da oltralpe sul processo di estradizione per i condannati di terrorismo. Come ha avuto modo di dire Mario Calabresi non si tratta di una soddisfazione per una vendetta o rivincita ma il prendere atto che la Giustizia, le sentenza della nostra Magistratura, continuano il loro corso.

Nello stesso tempo oggi si deve ricordare in quanti casi la Magistratura non ha saputo dare ancora verità, quante vicende sono ancora impunite, quanti procedimenti, processi, inchieste sono ancora aperti, in quanti casi la verità stenti ad emergere. Come sia faticosa la ricostruzione completa degli eventi; le responsabilità, le complicità, i mandanti.

Posso parlare di Ustica: la sentenza ordinanza di Priore (1999) ci ha dato una prima verità complessiva, ricostruendo lo scenario di guerra attorno al DC9 Itavia. Dal 2007 la Procura della Repubblica di Roma ha aperto ulteriori indagini a partire dalla dichiarazione del Presidente della Repubblica emerito Cossiga che indicava precise responsabilità francesi nel quadro del conflitto ben presente tra Francia e Libia.
Quelle indagini sono state e sono ostacolate dalla non collaborazione di Paesi amici e alleati- non adeguate risposte alle rogatorie internazionali.

È una situazione che da troppo tempo andiamo denunciando, e voglio segnalare che di queste difficoltà si è fatto interprete in occasione delle celebrazioni per lo scorso 27 giugno lo stesso Presidente della Repubblica, affermando tra l’altro: «Trovare risposte risolutive e la loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e la collaborazione dei Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori».
È giunta l’ora per uno sforzo definitivo per la chiusura delle indagini

Bisogna ribadire con forza dunque, che le vittime del terrorismo soffrono di questa ferita nei rapporti con lo Stato per la mancanza di giustizia e verità. E poi in questa terribile vicenda del terrorismo, un altro aspetto che non si deve trascurare è l’oscurità e complicità di comportamenti di settori di apparati dello Stato. E qui voglio aprire il capitolo della trasparenza degli atti della Amministrazione. E siamo alla direttiva Renzi.

Le associazioni delle Vittime nel 2014, hanno salutato con favore la direttiva del Governo per la desecretazione e il deposito di tutti gli atti riguardanti significativi episodi di terrorismo, presso l’Archivio centrale dello Stato. La delusione è andata crescendo: sono venute alla luce omissioni, mancanza assoluta di documentazione, «trascuratezza» nell’impegno delle Amministrazioni e addirittura colpevoli situazioni di dispersione e mancanza di archiviazione. Situazioni in sé non rispettose della legge archivistiche dello stato.

Non deve sembrare improprio affermare : uno Stato che ancora una volta non tutela il cittadino e che ha al suo interno ferite ( insomma funzionari infedeli prima, archivi fuori legge oggi!). Non può essere taciuto il fatto che il Ministero dei Trasporti all’oggi non dispone della documentazione, di legge, della attività dei suoi stessi Ministri.

E allora sempre più il ricordo per le vittime del terrorismo non deve essere la cerimonia di un giorno ma un impegno profondo e costante proprio per la tutela dei rapporti tra Stato e Cittadini, in poche partole per la effettiva Democrazia .

*Presidente Associazione Parenti Vittime Strage di Ustica

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