La musica inconfondibile e sempre originale di Armando Trovajoli, un’orchestra di valore con pregevoli solisti ospiti, arrangiamenti pieni di «colore/calore timbrico», una mite serata senza minacce di pioggia hanno determinato il «tutto esaurito» per il concerto inaugurale della rassegna Summer Time, nel parco della Casa del Jazz. L’omaggio speciale al maestro Trovajoli cade nel decennale della sua scomparsa, già celebrato con una ricca mostra al Museo di Roma in Trastevere (11 marzo – 14 maggio) che ha avuto un grande successo. A riproporre le musiche – legate a film quasi sempre celebri – è stata chiamata la Dino e Franco Piana Jazz Orchestra, protagonista nel 2008 di un album (nella serie Jazzitaliano Live) con arrangiamenti di Franco Piana che spesso collaborò con Trovajoli.

È PROPRIO il trombettista-flicornista-direttore a raccontare, dopo il primo brano, come il Maestro gli avesse affidato di arrangiare in chiave jazz il sofisticato e complesso Jazz Prelude, da lui composto senza fini cinematografici e pensato per un organico cameristico. La serata ha viaggiato proprio sulla riuscita connessione fra musiche, ricordi da parte degli ospiti di Trovajoli (un artista burbero ma sincero, di poche parole ma attentissimo osservatore dell’umanità), evocazione di film puramente immaginati, dato che i suoni hanno dominato il recital. Come non sottolineare, poi, l’anima jazz che il pianista-compositore Armando Trovajoli ha sempre avuto e conservato: il suo amore per Ellington e Teddy Wilson, il suo concerto del 1949 a Parigi in rappresentanza del jazz italiano, il sostegno all’istituzione Casa del Jazz.
La Dino e Franco Piana Jazz Orchestra è una big band rodata e duttile che include, tra gli altri, Claudio Corvini, Mirko Rinaldi, Sandro Deidda, Ferruccio Corsi, Gianni Savelli, Mario Corvini, Stefania Tallini, Francesco Puglisi e Pietro Iodice. Una compagine che dà spessore ad arrangiamenti che sottolineano ed evidenziano melodie ed armonie, atmosfere e mood. Con la presenza in vari episodi del 93enne Dino Piana (trombone a pistoni, dal suono inconfondibile, figura storica del nostro jazz) l’Orchestra ha eseguito Matrimonio all’italiana (con la tromba solista di Fabrizio Bosso).

E ANCORA: El Negro Zumbon, Anatra all’arancia (in evidenza Sandro Deidda), Riusciranno i nostri eroi… (alla batteria Roberto Gatto), Golden Age (da Totò sexy, con Rosario Giuliani al sax alto), Vecchi amici (dai colori ellingtoniani, esaltati da Ferruccio Corsi), Sette uomini d’oro (con Enrico Pieranunzi al piano). Gran finale con tutti gli ospiti per Roma nun fa’ la stupida stasera e pubblico plaudente ed appagato da tanta bellezza. Qua e là, durante il recital, c’era chi cantava le melodie…