In una giornata festiva, sull’aia di una masseria toscana, un piacevole organetto spande ritmi vivaci e allegri. Siamo catapultati nel fantastico universo sonoro di La giusta distanza, il nuovo disco di Riccardo Tesi, pistoiese (impastatore di suoni colorati, come il nome della sua città risale al latino pistores, impastatori di pane), maestro dell’organetto diatonico, protagonista della musica popolare da più di trenta anni con Banditaliana, il fortunato gruppo di musicisti coi quali ha condiviso tante esperienze senza dimenticare la ripresa di Bella Ciao, nel 2014, per il cinquantennale dello spettacolo. «Tutto l’album è stato concepito durante il periodo del Covid – racconta Tesi – quando il concetto di distanza era centrale ed è una riflessione sulle relazioni umane, sui rapporti vuoi lavorativi vuoi d’amore che hanno bisogno di spazi vitali, di trovare quell’equilibrio necessario tra le persone. In questo disco l’organetto ha un ruolo più centrale anche se io mi divido tra il ruolo di compositore, arrangiatore e strumentista però i mesi della pandemia mi hanno lasciato gran tempo per dedicarmi alla scrittura dei brani, comporre e creare. Il mio bioritmo è per una slow composition, per rielaborarli con tranquillità. E ho un rapporto sempre più intenso con lo strumento sicchè, ogni tanto, mi esibisco anche da solo. Stavolta avevo voglia di un po’ di sorprese e ho formato questo Elastic Trio con Francesco Savoretti alle percussioni, un maestro d’atmosfera con cui volevo lavorare da tanti anni e Vieri Sturlini alle chitarre, uno strumentista fiorentino visto in uno spettacolo di Neri Marcorè e mi aveva molto impressionato. L’idea era quella di un rimescolamento di stili e suggestioni, scegliendo anche in base al brano tanti ospiti diversi (Ginevra Di Marco alla voce, Nico Gori al clarinetto, Vincent Boniface alla cornamusa, Ziad Trabelsi all’oud e altri, ndr) per cercare i colori giusti». In questo lavoro l’organetto ha un ruolo sempre più centrale. Ho voluto molti ospiti, perché l’idea era quella di un rimescolamento di stili e di suggestioni

AD APRIRE il disco – solare, carico di energia, molto godibile – le note ispirate di Santiago, un tema mnemonico e trascinante, una composizione strumentale dedicata a San Jacopo patrono di Pistoia, gemellata con Santiago de Compostela, meta finale di milioni di pellegrini che percorrono a piedi la via francigena (brano ripreso anche dall’ensemble canadese La bottine souriante, stella del folk quebecoise). A chiuderlo il malinconico Tema di Cristina, un pezzo scritto insieme al pianista Daniele Biagini, omaggio a Cristina Pezzoli, grande regista, grande amica e donna di teatro che ci ha lasciati troppo presto. In mezzo una raffinata ricerca timbrica, nuance delicate, sapori latinoamericani come Mex Moon, una tenera notte d’amore cantata da Giua, la brillante cantautrice ecuadoregna-genovese o giravolte tradizionali come Tindari, allegra tarantella farcita dalle grida di un venditore ambulante. E naturalmente la convivenza di generi speziati e melodie evocative (Valzer d’aprile e Sotto la cenere), che si muovono con estrema naturalezza tra le musiche del mondo.

«IL DISCO è su etichetta Visage Music, la nostra label fondata col sassofonista Claudio Carboni quasi dieci anni fa – continua Tesi – per un’esigenza d’indipendenza, di avere la massima libertà artistica e produttiva, di dare spazio ad amici e giovani artisti, nel segno della buona qualità. Plurisegnalata al Womex, distribuita in mezza Europa (dal Benelux a Francia e Germania), la nostra piccola casa discografica ha un catalogo molto vario, affianco a Raiz, Peppe Voltarelli, Maria Moramarco abbiamo pubblicato Alessandro Gaudio e Salvatore Pace, due allievi del conservatorio calabrese dove insegnavo, due organettisti davvero bravi che si sono cimentati col folklore meridionale e poi Francesco Loccisano, asso della chitarra battente, in duo con Andrea Piccioni, un grande suonatori di tamburello. Anche Bella Ciao ha fatto un bel risultato, col prodotto fisico, sfiorando le 30mila copie vendute ma io, i grandi numeri, li ho fatti ai tempi del Manifesto Cd, quando ancora il compact disc andava molto. Il nostro intento è continuare quella linea lì, di grande attenzione al prodotto, scegliendo molto e stampando una decina di dischi l’anno. Adesso La giusta distanza lo porteremo in tour nel mese di dicembre, partendo dl Folk Club di Torino, uno dei templi sacri della nostra musica, passando poi in Svizzera e in diverse date nel nord Italia».