Riapre l’ospedale in Fiera, ma manca il personale
Lombardia a un passo dalla zona arancione A un passo dalla zona arancione, come anticipato dal presidente Fontana, la Lombardia si prepara ancora una volta a togliere polvere e ragnatele dai reparti di terapia intensiva dell’Ospedale in […]
Lombardia a un passo dalla zona arancione A un passo dalla zona arancione, come anticipato dal presidente Fontana, la Lombardia si prepara ancora una volta a togliere polvere e ragnatele dai reparti di terapia intensiva dell’Ospedale in […]
A un passo dalla zona arancione, come anticipato dal presidente Fontana, la Lombardia si prepara ancora una volta a togliere polvere e ragnatele dai reparti di terapia intensiva dell’Ospedale in Fiera a Milano e riaprire 2 moduli da 15 posti letto ciascuno per far fronte all’emergenza Covid. Lo ha comunicato il Policlinico di Milano che ha in gestione la succursale sanitaria milanese: «Venerdì 14 gennaio saranno riattivati i primi due nella struttura temporanea allestita in FieraMilanoCity, in collaborazione con la dg Welfare di Regione Lombardia», spiega la nota.
Non è la prima volta che l’Astronave di Bertolaso viene tirata a lucido per un’apertura last minute per tentare di dare ossigeno agli ospedali lombardi. Ma quale ossigeno? verrebbe da dire, visto che il problema principale resta lo stesso: il personale. Il Policlinico dovrebbe mettere a disposizione quello tecnico, amministrativo, farmaceutico e di supporto. Così come parte del personale sanitario (anestesisti e infermieri di area critica), in collaborazione con l’ospedale Niguarda e diverse altre strutture pubbliche e private accreditate, come già successo in passato. «Un modo per non pesare su singoli reparti o aziende sanitarie regionali», è chiarito nella nota. Ma personale da dare in prestito all’ospedale in Fiera non ce n’è, se non sottraendolo ad altri reparti. Il che rende difficile l’ampliamento dei posti in area medica richiesto dalla direzione Welfare solo ieri. «Ogni struttura ospedaliera amplierà – si legge nella nota – la disponibilità dei posti letto Covid. Allo stesso tempo dovranno essere garantiti anche posti in area medica per pazienti che necessitano di ricovero ma che risultano negativi al test». I conti, però, non tornano: infermieri e medici non bastano per far fronte alle esigenze e alle richieste di Regione. Potrebbe dunque prospettarsi nuovamente la sospensione delle cure non urgenti: dalla daily alla weekly surgery, stoppando così parte delle prestazioni per i pazienti non Covid. Secondo fonti accreditate, la Fiera avrebbe già dovuto riaprire lunedì 10 gennaio. Il difficile reperimento del personale non lo ha consentito facendo slittare al 14. Ma il dato resta: «Medici e infermieri sono esausti e non c’è ricambio da due anni ormai», commenta Isa Guarnieri responsabile Fp Cgil Milano. «Siamo ricaduti negli errori di due anni fa e non si sta facendo nulla per alleggerire il lavoro dei sanitari» aggiunge, preoccupata anche del fatto che molti infermieri siano «prestati» ai centri vaccinali e ai punti tampone «al freddo» in regime di prestazione aggiuntiva, pagato sì a parte ma in somma alle ore lavorative: «C’è qualcuno che non riposa e questo è un problema molto serio», conclude.
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