Lavoro

Riaperti i giochi sulle chiusure festive

Riaperti i giochi sulle chiusure festive

Il caso Riparte il confronto con il mondo del commercio sulla proposta di legge dedicata alle chiusure domenicali dei negozi. Di Maio alla ricerca della quadratura del cerchio: la compatibilità tra i giganti della distribuzione e i diritti dei lavoratori. Ma il compromesso è molto difficile. In questo gioco dell'oca, Carrefour aumenta le domeniche al lavoro. La Filcams Cgil sciopera

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 15 febbraio 2019

Sulle chiusure domenicali Lega e Cinque Stelle riaprono la partita. La Commissione attività produttive della Camera riaprirà le audizioni la prossima settimana perché le opposizioni sono rimaste spiazzate dalla deroga sulle aperture dei negozi nei centri storici e di quelli di vicinato. Un elemento assente negli altri testi del discusso provvedimento. Per Andrea Dara, relatore della Lega, è tutto sotto controllo. La riapertura delle audizioni è avvenuta «per capire cosa ne pensano le associazioni di categoria».

Al momento, la discussione avverrà entro paletti ben definiti. Il testo base prevede 26 aperture domenicali su 52 e la chiusura degli esercizi commerciali nelle 12 festività nazionali. Prevista anche una deroga per 4 giorni di apertura a discrezione delle regioni. Per le zone turistiche poi le 26 domeniche potranno essere concentrate in alta stagione.

Nei complicati giochi della maggioranza, il ministro del lavoro Luigi Di Maio promette di fare quadrare il cerchio mettendo sullo stesso piano gli interessi dei giganti del settore con quelli dei lavoratori, non proprio coincidenti. In quest’opera promette di «lavorare con buonsenso». L’obiettivo è «mettere insieme i diritti degli imprenditori, il tempo che vogliono e devono dedicare anche alla propria vita personale e familiare con i principi fondamentali del business, delle vendite e della crescita economica». Il tentativo di mediare tra la liberalizzazione delle aperture sostenute dalle imprese, alle quali il governo Monti diede la spinta decisiva, con la regolazione degli orari e un giusto salario secondo il contratto, può fallire.

Da un lato c’è chi prospetta la perdita di 80 mila posti di lavoro nel commercio al dettaglio e di 10 mila nel commercio all’ingrosso. Dall’altro lato, c’è chi come Francesco Iacovone (Cobas) denuncia il gioca dell’oca di Di Maio che illude i lavoratori e protegge lo strapotere delle multinazionali del commercio. Nell’incertezza si potrebbero dare anche situazioni paradossali negli stessi centri urbani conviveranno negozi a cui è concesso restare aperti, e altri no. L’interesse di Lega e Cinque Stelle è privilegiare la vocazione turistica e commerciale dei centri urbani spopolati. Potrebbe essere questo un modo per aumentare la già soffocante gentrificazione.

Gli effetti della stasi si vedono. A Milano e nell’hinterland Carrefour ha raddoppiato le domeniche di apertura, da 12 a 26, con 13 ore di lavoro al giorno. Lo sciopero, indetto dalla Filcams Cgil, ha avuto una forte adesione.

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