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Rhiannon Giddens e la memoria degli schiavi

Rhiannon Giddens e la memoria degli schiaviRhiannon Giddens

Note sparse Secondo album solista per l'ex Carolina Chocolate Drops. Una raccolta «Freedom Highway» che si ispira alle storie degli afroamericani del 1800 ma che racconta anche le tragedie razziali del presente

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 1 marzo 2017

Una voce potente dove dentro – scrive la critica americana -«puoi trovarci Patsy Cline, Sister Rosetta Tharpe, Nina Simone». E una bella testa quella di Rhiannon Giddens, un tempo membro dei Carolina Chocolate Drops, deliziosa formazione di blue grass con qualche reminescenza pop, che per il secondo lavoro – il primo Tomorrow is my turn (2015) si è aggiudicata un Grammy, ha deciso di ispirarsi alle storie degli schiavi nel 1800. «Le tragedie degli afro americani e i movimenti dei diritti civili dei ’60 – sottolinea la cantante che si definisce ’figlia del sud’ – e a quanto accade oggi nelle strade di Ferguson e Baltimora. Voci che chiedono di essere ascoltate: io ho provato a lasciare aperta la porta e farmi attraversare da quelle storie e quelle vite…».

Un album va detto senza mezze misure, magnifico che mette in fila dodici canzoni tutte originali ad eccezione dei traditional Birmingham Sunday, Freedom Highway (degli Staple Singers) e il classico the Purchaser’s Option, intrise di blues e country e che suonano come una boccata di ossigeno che arriva dritta dritta dalla terra di zio Donald che all’accoglienza risponde facendo la voce grossa e alzando inutili muri.

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