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Revocato premio ad Angela Davis, sostiene i diritti dei palestinesi

Revocato premio ad Angela Davis, sostiene i diritti dei palestinesiAngela Davis

Usa Dietro la decisione le pressioni della comunità ebraica di Birmingham. La docente e celebre attivista contro il razzsimo: «L’attacco nei miei confronti è un attacco contro lo spirito di indivisibilità della giustizia, anche per i palestinesi».

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 11 gennaio 2019

«Angela Davis è stata la pioniera della teoria dell’intersezionalità che tanto è forte oggi nel movimento femminista ed era e resta una grande combattente contro ogni forma di razzismo e a sostegno dei diritti degli afromericani e dei lavoratori». Giulio Calella, della Alegre, ieri ci descriveva così Angela Davis, spiegandoci la decisione della sua casa editrice di pubblicare l’anno scorso il saggio “Donne, razza e classe” firmato nel 1981 dalla docente universitaria, attivista dei diritti civili e fino al 1991 militante del Partito comunista degli Stati uniti. Angela Davis è un personaggio cristallino, riconosciuto ovunque. Nessuno può osare di mettere in dubbio la sua sincera opposizione ad ogni forma di razzismo e antisemitismo. Per questo è sbalorditiva la decisione presa dal Birmingham Civil Rights Institute di revocare l’assegnazione del prestigioso premio “Fred Shuttlesworth” ad Angela Davis poiché, ha detto il presidente dell’istituto, Andrea Taylor, «individui e organizzazioni interessate, sia all’interno che all’esterno della nostra comunità locale, ci hanno chiesto di riconsiderare la nostra decisione». Taylor ha aggiunto che «in seguito a un esame più attento delle dichiarazioni della signora Davis abbiamo concluso che non soddisfa tutti i criteri su cui si basa il premio».

Incredibile. Appena qualche mese fa Taylor aveva comunicato l’entusiasmo della sua organizzazione nel conferire il riconoscimento alla docente americana che aveva definito «uno dei più acclamati campioni dei diritti umani, che ha dato voce a coloro che sono impotenti a parlare». Evidentemente dare voce a tutti gli oppressi è sconveniente. Anche se si è un personaggio di grande levatura morale. Il motivo dietro la revoca del premio è il sostegno che Davis manifesta per i diritti dei palestinesi da decenni sotto occupazione militare israeliana. Decisive sono state le pressioni del “Centro per la conoscenza dell’Olocausto” e della comunità ebraica di Birmingham che hanno espresso «preoccupazione e delusione» e invitato a riconsiderare l’assegnazione del premio per il sostegno offerto da Angela Davis alla campagna Bds per il boicottaggio di Israele.

Pronta la reazione della docente. «Ho imparato ad oppormi con la stessa passione sia all’antisemitismo e sia al razzismo. In questo contesto mi sono avvicinata alla causa palestinese», ha spiegato puntando il dito verso chi vuole punirla per aver chiesto che Israele smetta di opprimere i palestinesi. «L’attacco nei miei confronti è un attacco contro lo spirito di indivisibilità della giustizia», ha protestato. Dalla sua parte si sono schierati il sindaco di Birmingham e una coalizione locale di attivisti e cittadini.

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