Revoca delle «misure d’accoglienza» per 18 africani
Napoli Ordinanza del prefetto, ora rischiano di non poter discutere la richiesta d’asilo
Napoli Ordinanza del prefetto, ora rischiano di non poter discutere la richiesta d’asilo
Diciotto ragazzi africani – richiedenti asilo – messi in strada: il 21 luglio il commissariato di San Giuseppe Vesuviano, dietro ordinanza del prefetto di Napoli, ha comunicato loro la revoca della «misura di accoglienza». Senza un domicilio, rischiano di non poter discutere la richiesta di asilo, già presentata, così ieri erano fuori la prefettura partenopea a protestare.
Il gruppo risiedeva nell’hotel Villa Angela di Terzigno, nel vesuviano, e aveva partecipato alle assemblee con l’associazione 3F, Acli, Scuola di pace, Valdesi e altre realtà che si battono per ottenere il permesso di soggiorno umanitario per tutti i profughi. Il centro di Terzigno è gestito da Il Rosone Hotel srl, ha otto stanzoni con letti a castello (dieci bagni e cinque docce) e ha vinto un bando per accogliere 200 migranti. Ai 18 a cui è stato notificato il decreto prefettizio, stilato in base al verbale di polizia e senza averli ascoltati, viene imputato di avere assunto il 19 luglio «atteggiamenti minacciosi e violenti», impedito la distribuzione dei pasti, causato disordini e procurato «lesioni a due operatori».
Chi era presente però racconta un’altra storia: ci sarebbe stato un alterco intorno alle 22.30 che avrebbe coinvolto un solo migrante. Lo scontro sarebbe stato il pretesto per liberare l’hotel da chi chiede rispetto per i propri diritti in modo da fare posto ad altri. Ieri in prefettura l’associazione 3F e i rappresentanti Acli si sono presentati con avvocati e testimonianze per chiedere la revoca del provvedimento, che rischia di diventare un pericoloso precedente: alcuni dei 18 accusati non erano in albergo, uno di loro, ad esempio, si trovava nella chiesa protestante di zona, come testimonia lo stesso pastore; la maggior parte era nei rispettivi cameroni. Il gruppo racconta anche di aver ricevuto in precedenza minacce dal direttore dell’hotel poiché aveva invitato una delegazione della 3F a visitare la struttura pochi giorni prima che partisse la denuncia.
Nel report di Emanuela Riccio, stilato dopo la visita a Villa Angela, si legge: «All’ingresso c’era un ufficio in cui si trovavano una donna e un uomo che gestivano la vita nel centro e sulla sinistra dell’ingresso una scrivania con dietro un energumeno che “manteneva la tranquillità” nella struttura e tra i ragazzi. La situazione è disumana: dai 25 ai 28 in una stanza con un solo bagno. Non ricevono assistenza sanitaria. Non ricevono indumenti puliti. I pasti sono tre: pane secco a colazione, pasta a pranzo e riso a cena».
Solo tre lezioni di italiano la prima settimana, i ragazzi sono isolati da tutto in una zona di campagna. Gli operatori della 3F sono stati allontanati dalle forze dell’ordine, chiamate dal personale di Villa Angela, che li ha denunciati per «gravi disturbi della quiete». I gestori dei centri di accoglienza ricevono 40 euro al giorno a persona, con le ultime gare si è scesi a 28 euro ma resta un grande affare finito in mano a realtà che tendono a lavorare su grandi numeri e pochi servizi erogati.
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