«Revenge porn», emendamenti bocciati. Scontro alla camera
Codice rosso Non passano le proposte delle opposizioni. Poi Di Maio ci ripensa: «Le voteremo»
Codice rosso Non passano le proposte delle opposizioni. Poi Di Maio ci ripensa: «Le voteremo»
Scoppia la polemica in parlamento sull’introduzione del reato di revenge porn, i video privati postati sui social per vendetta, così il voto sul Codice rosso slitta a martedì. Ieri mattina i 5S hanno presentato in conferenza stampa a Palazzo Madama una proposta di legge contro questo tipo di vendetta attraverso i social con la benedizione di Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone che si è tolta la vita a causa dei filmati espliciti messi in rete senza il suo consenso. Il testo prevede da 6 mesi a 3 anni di carcere per chi pubblica foto o video privati sessualmente espliciti senza l’espresso consenso delle persone rappresentate «al fine di provocare nelle persone offese gravi stati di ansia, timore o isolamento»; la possibilità di inoltrare al gestore del sito web o social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti. La pena diventa da 1 a 4 anni se a farlo è il partner o l’ex partner; da 5 a 10 anni se la persona offesa si toglie la vita. Sono poi previste linee guida per la formazione degli studenti e del personale scolastico.
Ma nello stesso momento per introdurre il reato le opposizioni con Laura Boldrini (Leu), Federica Zanella (Fi) e Alessia Morani (Pd) hanno presentano alla Camera emendamenti al Codice Rosso, il ddl che modifica il codice di procedura penale in materia di violenza di genere: quello di Boldrini, che mirava a introdurre appunto il reato di revenge porn, è stato respinto a scrutinio segreto per appena 14 voti; quello di Zanella non è stato ammesso. Scoppia così la bagarre, Prestigiacomo e altre forziste si scagliano contro i banchi del governo, Fico sospende la seduta poi gli stessi banchi vengono “occupati” dalle deputate dell’opposizione. La deputata 5S Giulia Sarti, che ha subito la diffusione di video in internet, commenta: «In virtù di quel che ho passato, io così come molte altre donne, ci tengo a sottolineare che il caso non può certo risolversi con l’approvazione di un mero emendamento». Ma dal Pd Morani ribatte: «Ci sono volute quasi 4 ore per decidere che la nostra proposta non poteva essere accettata. Non si fa perché non c’è la volontà di farlo». Mentre per Stefania Prestigiacomo il punto è che i 5S vogliono la primogenitura della proposta. E a sera da New York Luigi Di Maio dichiara: «Già da martedì l’emendamento contro il revenge porn si può votare. Non esaurisce la proposta presentata al Senato. Noi lo votiamo, la Lega non so».
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