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«Resisteremo per l’uguaglianza di genere»

«Resisteremo per l’uguaglianza di genere»Figen Yuksekdag

Turchia Figen Yuksekdag, copresidente dell’ Hdp

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 28 giugno 2016

Abbiamo incontrato al centro sociale Macao di Milano – ieri era in visita a Roma – Figen Yuksekdag, co-presidente, insieme a Selahattin Demirta, del Partito democratico dei popoli (Hdp), la sinistra filo-kurda che ha fatto il suo ingresso nel parlamento turco, per la prima volta nella storia, all’indomani del voto del primo novembre scorso. Già in seguito alle elezioni del 7 giugno 2015, è in corso nel paese uno scontro continuo tra esercito e minoranza kurda. Da allora, il presidente di Hdp, Salahettin Demirtas, è scampato ad un attentato, il capo dell’ordine degli avvocati kurdi, Tahir Elci, è stato assassinato a Diyarbakir, e i deputati di Hdp hanno visto cancellata la loro immunità parlamentare.

Come valuta l’accordo sulle spalle dei migranti raggiunto tra Ankara e Unione europea?
È un accordo sbagliato. L’Unione europea con il solo scopo di non avere profughi sul suo territorio ha chiuso gli occhi di fronte alla distruzione continua che avviene in Turchia. Un accordo del genere dovrebbe avere lo scopo di proteggere gli uomini e le donne che scappano dal conflitto siriano. Invece, intese come questa vogliono distruggere gli uomini. Pensiamo quindi che l’accordo tra Ankara e Ue non possa costituire una giusta soluzione. Se l’Ue vuole davvero risolvere la questione dei migranti deve creare le condizioni per la pace in Turchia e in Siria.

Come funziona il meccanismo della co-presidenza tra uomini e donne di Hdp? E quali conseguenze ha avuto la decisione di cancellare l’immunità parlamentare per la sinistra filo-kurda?

È il nostro modo per rompere l’egemonia del patriarcato e dare piena visibilità alle donne. È stato un uomo a teorizzare questo passo contro l’egemonia maschile, Abdullah Ocalan. Contiamo di 80 parlamentari, metà donne. Si tratta di un meccanismo innovativo che già ha ottenuto risultati significativi nel movimento sindacale. Eppure la proposta di Hdp viene vissuta come sovversiva: il modello partecipativo collettivo è chiaramente incompatibile con il sistema che ha retto la Turchia negli ultimi cento anni. Siamo in rotta di collisione con le convinzioni del paese. La fine dell’immunità parlamentare per i politici di Hdp ha proprio lo scopo di annientare la rappresentanza delle donne: espellerle dal parlamento. Ma questo tentativo del governo è destinato a fallire. Noi continueremo a lottare con la stessa tenacia con cui le donne del Rojava respingono Isis. Vogliamo ribaltare l’assetto dei generi, immutato per millenni. Abbiamo infranto così il mito turco dell’inciviltà politica e questo Erdogan non ce lo perdona.

Uno dei punti centrali delle politiche di Hdp è proprio l’uguaglianza di genere. Che impatto ha avuto fin qui questa scelta sulla politica turca?

La libertà delle donne è al centro delle politiche di Hdp. Vogliamo valorizzarla e creare spazi per affermarla. Così tentiamo di colmare il divario tra uomini e donne che dilania il Medio oriente. La realtà della violenza sulle donne è per noi un dato politico. Ogni giorno tre donne vengono assassinate da uomini in Turchia per motivi futili e lo Stato fornisce alibi e sconti di pena per questi assassini.

Sulle persistenti disuguaglianze di genere conta molto la politica del partito conservatore del presidente Erdogan?
L’Akp di Erdogan relega le donne alla loro funzione tradizionale. Le donne che difendono altre donne vengono stigmatizzate come delle poco di buono. A subire le più gravi violenze sono poi le donne kurde. Le città kurde sono nel mirino di attacchi violentissimi. Gli uomini mostrano i corpi violentati delle donne con lo scopo di denigrarle. Neppure la condizione di madre impedisce queste violenze. Donne incinte vengono uccise davanti alle loro case perché non vogliono che diano alla luce figli kurdi.

Le principali protagoniste della guerra contro lo Stato islamico sono proprio le donne kurde siriane…

Le donne sono oggetto delle più gravi aggressioni proprio in Rojava. Vengono violentate, obbligate a sposarsi con miliziani di Isis. Per questo in Medio oriente è in corso una rivoluzione delle donne e Hdp è un partito di donne. Per questo, mentre Erdogan e il suo governo sostengono Isis, le donne kurde lo combattono. Vorrei ricordare in particolare la compagna, Sevda Cagdas, giovane combattente del Partito comunista marxista-leninista (Mlkp), una donna con cui ho condiviso tanto, uccisa in Rojava mentre combatteva contro Isis per amore della libertà. Insieme a lei ricordo i tanti compagni e amici uccisi ad Ankara e a Suruc.

Qual è il prossimo obiettivo politico di Hdp in questo contesto di alta conflittualità politica?
Noi resisteremo al tentativo di espellere Hdp per disinnescare il cambiamento ed impedire la rappresentanza delle donne. Per questo lanceremo il nostro progetto di co-presidenza del consiglio, ruolo che incarna ancora questa idea di unicità della figura maschile, con l’obiettivo di ottenere la completa uguaglianza di genere e la libertà delle donne.

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