Una performance per chitarra elettrica e oggetti come un viaggio iniziatico. Il multiforme ingegno del chitarrista modenese Luca Perciballi arriva con questo lavoro ad una tappa importante del suo percorso artistico, facendo suonare la sei corde come di rado l’avrete sentita: rumori, ronzii, melodie antiche, un senso di veglia e di elegia, quasi un requiem al nostro pianeta morente, o una vista delle nostre città sfinite dall’alto, da uno spazio dove la gravità vince tutte le nostre ragioni. Elettronica, speaker preparati, lo strumento a trasfigurarsi in altro da sé, a suggerire altre ipotesi, futuri antichi, nuovi remoti mondi. Dopo averci già pienamente convinto con l’esordio del suo trio Organic Gestures, “Approximately Grids With A Plan”, il musicista, compositore, improvvisatore e didatta ci conduce in un giro nell’altrove e nei sottomondi in undici tappe. Conferma assoluta di un talento attento alla poesia di ogni dettaglio, capace di captare le voci nascoste della chitarra come pochi, in Italia e non solo