È un teatro di oggetti la fine di un amore che racconta Luigi Nacci ne I dieci passi dell’addio (Einaudi, pp. 111, euro 16), lo scenario domestico dove l’io narrante osserva la vita in assenza nelle stanze ormai diventate solo ricordi laceranti, dimore memoriali perturbanti, squarci che si aprono all’improvviso nella coscienza inquieta. LA CASA ALLORA DIVENTA la prigione dei ricordi, della bellezza e della grazia miracolosa che adesso non ci sono più, perché «nessun essere umano dovrebbe vivere in una casa senza amore», poiché, «le stanze di una casa dove c’è stato un grande amore ricordano tutto». La casa...