Lavoro

#Renzirispondi, il tweetbombing dei call center

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La protesta L'iniziativa della Slc Cgil nei trending topics: "No agli 8 mila licenziamenti che minacciano il settore". Si chiede l'applicazione della clausola sociale nei passaggi di commessa e il rispetto delle leggi sulla delocalizzazione

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 26 febbraio 2016

Un «tweetbombing» che ha avuto successo: è quello organizzato da Slc Cgil verso l’account Twitter del premier Matteo Renzi sulla vertenza in corso sui call center. Come segnalato da PokeDem (@poke_dem) #Renzirispondi non solo ha raggiunto, ma è rimasto saldamente alla posizione n. 1 dei #trendingtopics in politica ad ora di martedì scorso.

L’iniziativa sul social network precede lo sciopero unitario, con manifestazione a Roma, proclamato per venerdì 11 marzo. Il mancato rispetto della clausola sociale contenuta nel DDL appalti approvato recentemente dal Parlamento unitamente alla volontà del governo di non far applicare quanto previsto dalle leggi italiane in tema di delocalizzazioni di attività di call center, la scelta politica di privare il settore degli ammortizzatori sociali ordinari, provocheranno nei prossimi mesi oltre 8 mila licenziamenti nel settore dei call center, di cui almeno la metà vedrà aprire le procedure già nel mese di marzo.

I lavoratori e le organizzazioni sindacali attendono risposte concrete. «Premier Renzi, si svegli e ci convochi per un tavolo comune», dicono i sindacalisti in cuffietta e i loro simpatizzandi, ritwittando il messaggio all’infinito Sperando che il governo vorrà ascoltarli e magari anche incontrarli.

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