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Renzi va in tilt anche su Craxi

Renzi va in tilt anche su CraxiMatteo Renzi – LaPresse

Pd Il protavoce del segretario si scusa per il paragone con Di Maio. Precisazione anche sulla massoneria

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 14 febbraio 2018

Lo ripete da giorni, davanti ai militanti: «Il Pd non deve avere paura». Matteo Renzi lo ha fatto anche ieri, cercando di infondere coraggio durante un incontro a Latina, invitando a «non perdere l’entusiasmo» e a sfoderare la «grinta».

Che i tempi del «derby speranza contro rabbia» delle europee siano lontanissimi è evidente. Ma il leader dem appare sempre più in difficoltà. Ieri poi il suo portavoce è stato anche costretto a una precisazione a proposito di quanto detto dall’ex premier lunedì a Otto e mezzo, quando aveva paragonato il Luigi Di Maio che su rimborsopoli parla di «mele marce» al Bettino Craxi che definì Mario Chiesa «un mariuolo». «Il paragone tra Di Maio e Craxi ovviamente non sta in piedi» scrive in una nota Marco Agnoletti. Renzi «ha solo stigmatizzato la tendenza a circoscrivere una vicenda che è molto più grave di come è stata presentata. Mi scuso con chi si è sentito offeso».

Renzi sui 5S aveva anche twittato: «Scrocconi, truffatori e massoni». E Agnoletti precisa che «per anni Renzi è stato accusato dell’appartenenza a ogni loggia massonica. Fatto notoriamente falso. Ieri ha solo fatto notare che i 5 Stelle, dopo aver evocato complotti e nostre appartenenze massoniche, hanno finito col candidare un massone». E’ sbagliato e diffamatorio per noi massoni accomunarci a truffatori e scrocconi», aveva commentato Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.

E ieri si sono fatti sentire Stefania e Bobo Craxi. «Se Renzi cerca o mariuoli per sbugiardare le menzogne pentastellate può benissimo rovistare nella sua cerchia ristretta», ha tuonato la prima. E Bobo: «Renzi ha fatto un paragone miserabile, pronunciato dal capo della banda dello scandalo Consip ed Etruria. Un altro buon motivo per non farlo votare dai socialisti».

Ma certo non è solo il voto dei socialisti a preoccupare il leader dem, che ieri si è trovato a smentire un restroscena di Politico.eu che lo vorrebbe interessato alla presidenza della Commissione Ue. E a una giornalista della Tass che gli chiedeva di concederle la prima intervista dopo il suo eventuale ritorno a palazzo Chigi, ha risposto: «Quest’idea di tornare a Palazzo Chigi mi sembra più improbabile di un’intervista alla Tass». L’entourage del premier ha sentito il bisogno di precisare: «Affermazione da non prendere sul serio».

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