Renzi va in tilt anche su Craxi
Pd Il protavoce del segretario si scusa per il paragone con Di Maio. Precisazione anche sulla massoneria
Pd Il protavoce del segretario si scusa per il paragone con Di Maio. Precisazione anche sulla massoneria
Lo ripete da giorni, davanti ai militanti: «Il Pd non deve avere paura». Matteo Renzi lo ha fatto anche ieri, cercando di infondere coraggio durante un incontro a Latina, invitando a «non perdere l’entusiasmo» e a sfoderare la «grinta».
Che i tempi del «derby speranza contro rabbia» delle europee siano lontanissimi è evidente. Ma il leader dem appare sempre più in difficoltà. Ieri poi il suo portavoce è stato anche costretto a una precisazione a proposito di quanto detto dall’ex premier lunedì a Otto e mezzo, quando aveva paragonato il Luigi Di Maio che su rimborsopoli parla di «mele marce» al Bettino Craxi che definì Mario Chiesa «un mariuolo». «Il paragone tra Di Maio e Craxi ovviamente non sta in piedi» scrive in una nota Marco Agnoletti. Renzi «ha solo stigmatizzato la tendenza a circoscrivere una vicenda che è molto più grave di come è stata presentata. Mi scuso con chi si è sentito offeso».
Renzi sui 5S aveva anche twittato: «Scrocconi, truffatori e massoni». E Agnoletti precisa che «per anni Renzi è stato accusato dell’appartenenza a ogni loggia massonica. Fatto notoriamente falso. Ieri ha solo fatto notare che i 5 Stelle, dopo aver evocato complotti e nostre appartenenze massoniche, hanno finito col candidare un massone». E’ sbagliato e diffamatorio per noi massoni accomunarci a truffatori e scrocconi», aveva commentato Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
E ieri si sono fatti sentire Stefania e Bobo Craxi. «Se Renzi cerca o mariuoli per sbugiardare le menzogne pentastellate può benissimo rovistare nella sua cerchia ristretta», ha tuonato la prima. E Bobo: «Renzi ha fatto un paragone miserabile, pronunciato dal capo della banda dello scandalo Consip ed Etruria. Un altro buon motivo per non farlo votare dai socialisti».
Ma certo non è solo il voto dei socialisti a preoccupare il leader dem, che ieri si è trovato a smentire un restroscena di Politico.eu che lo vorrebbe interessato alla presidenza della Commissione Ue. E a una giornalista della Tass che gli chiedeva di concederle la prima intervista dopo il suo eventuale ritorno a palazzo Chigi, ha risposto: «Quest’idea di tornare a Palazzo Chigi mi sembra più improbabile di un’intervista alla Tass». L’entourage del premier ha sentito il bisogno di precisare: «Affermazione da non prendere sul serio».
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