Economia

Renzi ai pensionati: “Rimborsi non per tutti, esistono i più poveri”

Renzi ai pensionati: “Rimborsi non per tutti, esistono i più poveri”Il premier Matteo Renzi

La polemica "Non possiamo dare soldi anche a chi prende 5 mila euro al mese". Intanto il governo pensa alla riforma della legge Fornero: uscita flessibile, ma con penalità

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 20 maggio 2015

Il premier Matteo Renzi non sembra intimorito dall’annuncio di ricorsi e proteste dei pensionati dopo il decreto sui rimborsi. In mattinata era arrivato il via libera dalla Ue al provvedimento – «ci ridà credibilità» – ma soprattutto gioca la carta dell’”equità”: «È un dovere – dice – dare a chi prende poco e non a chi ha una pensione di 5 mila euro».

Il premier, invitato a Porta a Porta, conferma che nella legge di stabilità il governo interverrà sulla flessibilità in uscita così che «l’Inps dia più libertà» di scelta tra chi vuole andare in pensione prima, con una minima penalizzazione, e chi dopo prendendo di più».

Secondo il leader Pd, «gli italiani capiscono che non ha senso spendere 18 miliardi per ridare i soldi a tutti i pensionati, anche a chi sta abbastanza bene o bene». E poi, «se in passato c’è gente che ha usufruito del diritto di andare in pensione a 40 anni» non è giusto che «le generazioni che vengono dopo» ne paghino le conseguenze. In tempi di scarsità di risorse, nonostante «l’Italia sia ripartita», Renzi spiega che deve fare delle scelte e se ci sono dei soldi preferisce «fare un piano per un milione di bambini che vivono in povertà piuttosto che darli a chi prende 5 mila euro con il contributivo».

Altro discorso è invece l’intervento che il governo sta studiando sulla legge Fornero. «L’impegno del governo è chiaro – spiega Renzi – ed è: liberiamo dalla Fornero quella parte di persone che, accettando una piccola riduzione, può andare in pensione con un pò più di flessibilità. Bisogna dire che “se tu vai in pensione a questo livello prendi ‘x’. Se vai in pensione a questo altro livello, prendi questo. Scegli tu!”».

Sempre sul problema di come riformare le pensioni, ieri ha parlato anche il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha riproposto la sua idea di riequilibrare il sistema facendo sacrificare chi oggi gode dei vantaggi del retributivo, imponendogli una parte di conteggio secondo il contributivo: «Sento spesso parlare di diritti acquisiti, ma uno acquisisce il diritto ad avere una pensione versando i contributi durante tutta la vita lavorativa. Se ci sono persone che hanno versato pochi contributi e poi hanno pensioni altissime, non li chiamerei diritti acquisiti – ha detto a Di Martedì – Avere pensioni molto più alte dei contributi versati è un sistema insostenibile: andrebbero riallineate le pensioni alte ai contributi versati».

Intanto Beppe Grillo ha promosso sul suo blog una class action per avere i rimborsi: «Secondo i dati della Cgia – scrive – restituiscono solo l’11% di quanto spetta ai pensionati. Un milione di loro non vedrà neanche un centesimo». Il leader M5S attacca il ministro del Lavoro Giuliano Poletti («il suo bonus fa cagare», dice) e posta il modulo per fare ricorso: «Antonio Baldassarre, presidente emerito della Consulta – conclude – sottolinea che se un pensionato facesse ricorso otterrebbe il rimborso integrale del maltolto voluto da Monti e Fornero ma votato dal Pd e Forza Italia. Ricorrete in massa!»

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