Scuola

Relazioni interrotte, il progetto Valditara naufraga sui pro vita

Relazioni interrotte, il progetto Valditara naufraga sui pro vitaIl ministro dell'Istruzione e "del merito" Giuseppe Valditara – LaPresse

Il caso Fobia del gender nella scuola, dopo le polemiche su Paola Concia il ministro ritira l’incarico alle tre garanti del progetto. Oltre all’ex parlamentare dem e attivista lgbt erano previste suor Alfieri e l’avvocata Zerman. Schlein (Pd): "Preoccupa vedere che un ministro che nomina dei garanti per i suoi progetti, solo facoltativi, non è in grado nemmeno di andare avanti"

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 10 dicembre 2023

Che il clima tra i partiti di maggioranza non fosse sereno lo ha dimostrato la battaglia che si è consumata nel giro di 24 ore sulle nomine delle garanti del progetto sull’affettività del ministro all’Istruzione (e merito). Una tenzone tutta a destra: Valditara è stato, almeno verbalmente, sfiduciato da Fratelli d’Italia e dalla Lega che non gli hanno perdonato di aver inserito tra i «saggi» di «Educare alle relazioni», oltre a suor Monia Alfieri e Paola Zerman, anche la moderata Paola Concia, che, peraltro, aveva già collaborato con Viale Trastevere. In realtà la querelle sul nome non sarebbe altro che un pretesto per mandare all’aria l’intero progetto che, pur nella versione edulcorata e striminzita del ministro, non è mai stato gradito da quella parte di destra che sfrutta elettoralmente il concetto di «Dio, Patria e Famiglia».

«DAL MOMENTO che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman» è stato costretto a dichiarare ieri mattina Valditara, dopo che per un giorno intero era stato oggetto delle critiche dei suoi. Ad esempio la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni ha detto: «Una personalità come Concia evoca di più l’impegno Lgbtqi+ che quello contro la violenza sulle donne e ingenera il giustificato timore che si possa aprire un varco a quella deriva ideologica della propaganda gender che non dovrà mai entrare nelle scuole italiane».

IDENTICI ERANO STATI anche i commenti dei suoi compagni di partito e degli esponenti della Lega. Un accerchiamento nei confronti del ministro finito solo, secondo fonti parlamentari del Carroccio, dopo una conversazione telefonica tra Valditara e Matteo Salvini. «Avrà preso atto dell’incomprensione» ha commentato la sottosegretaria di Fratelli d’Italia all’Istruzione, Paola Frassinetti, per archiviare la faccenda.

«DOPO DUE GIORNI di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra è evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta» ha preso atto alla fine Paola Concia, incassando la solidarietà di Forza Italia. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, le ha espresso «vicinanza».

OLTRE A QUELLA dell’opposizione che ha colto il momento per accusare il governo di improvvisazione. Se per la segretaria del Pd, Elly Schlein «preoccupa vedere che il ministro Valditara nomina dei garanti per i suoi progetti, solo facoltativi, e poi non è in grado nemmeno di andare avanti». Il presidente del Pd Bonaccini: «Se un ministro nel giro di 24 ore sconfessa se stesso dovrebbe farsi qualche domanda e darsi qualche risposta. Poi trarne le conseguenze. La scuola meriterebbe di più». I lanci di agenzia di ieri sono un profluvio di dichiarazioni contro il governo e il suo ministro. «Ha fatto un’altra figuraccia», attacca la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi. Di progetto finto «in burla» parla Riccardo Magi di +Europa, mentre la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella chiede le dimissioni del ministro per «manifesta incapacità». E ancora: «C’è una totale mancanza di serietà» per Filippo Sensi del Pd. «Un ministro che è una pessima guida per la scuola italiana» per la deputata dem Anna Ascani. Di «voltafaccia» parla Debora Serracchiani. «Sfiduciato dalla sua stessa maggioranza» per la sua collega di partito Valeria Valente. Anche gli studenti sono critici. «Siamo ormai abituati alle scelte discutibili di Valditara – ha commentato Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – ma fare dietrofront su decisioni, assunte da lui stesso per garantire la massima laicità del progetto, non era mai capitato». Solo i Pro Vita alla fine gongolano: «Abbiamo vinto. In poche ore la nostra petizione ha superato le 33 mila firme generando un movimento di protesta nazionale. E il ministro Valditara è stato costretto a fare un passo indietro».

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