Regole complicate, anche per i sottosegretari
Ginepraio normativo La Dad per i non vaccinati con due positivi in classe scatena le reazioni politiche. Ma la norma è già in vigore
Ginepraio normativo La Dad per i non vaccinati con due positivi in classe scatena le reazioni politiche. Ma la norma è già in vigore
L’ipotesi di attivare la didattica a distanza con due positivi in classe solo per gli alunni non vaccinati ha scatenato reazioni negative sia nella maggioranza che nell’opposizione. Netti i due sottosegretari all’Istruzione: «lasciare alcuni studenti in presenza e altri in Dad sarebbe davvero grave» tuona Barbara Floridia del M5S, «diciamo no e faremo sentire la nostra voce» minaccia il leghista Rossano Sasso. Prevedibile che Fratelli d’Italia la giudichi «una follia discriminatoria e inaccettabile».
Un po’ meno che Bianchi rimandi a un confronto con Palazzo Chigi per concordare una linea. Perché la norma che differenzia tra bambini vaccinati e non vaccinati è già in vigore: e non da oggi, ma dal 6 novembre, quando i ministeri della Salute e dell’Istruzione concordarono un nuovo protocollo anti-Dad per le scuole che prevedeva la quarantena per i non vaccinati con due casi in classe. Strano che proprio i responsabili di quel dicastero non se ne ricordino e ne parlino come di un’ipotesi da scongiurare.
Eppure non si trattava di un codicillo nascosto. Di quel protocollo si parlò anche il 1 dicembre, quando una nuova circolare provò ad abrogarlo: intervenne Draghi in persona per ribadirne la validità, chiamando la cavalleria – pardon, le divisioni agli ordini di Figliuolo – a garantirne l’esecuzione. Cosa si aspetta da un nuovo confronto il ministro Bianchi? Anche l’aria fritta però ha un suo peso: se nemmeno i sottosegretari padroneggiano le norme emanate dai loro dicasteri, le possibilità sono due.
Forse la Dad per i non vaccinati nessuno l’aveva presa sul serio sin dall’inizio, perché difficilmente applicabile: viola la privacy, presuppone che tutti possano scegliere – mentre le dosi per vaccinare tutti i bambini non ci sono – e con centomila casi al giorno le quarantene rischiano di durare per mesi e ledere il diritto all’istruzione. D’altronde anche l’«obbligo» vaccinale introdotto nel 2017 dalla ministra Lorenzin con tanta veemenza alla fine si ridusse a poca cosa: appena una multa «da euro cento a euro cinquecento» per chi manda i figli a scuola senza vaccinarli.
Oppure si tratta di norme troppo confuse e complicate per essere tenute a mente. Anche per chi vuole seguire le regole, orientarsi tra zone a quattro colori, vaccini a tre dosi, green pass a due livelli sta diventando un’impresa. Se non ci riesce nemmeno chi queste regole le ha decise, è il caso di semplificarle.
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