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Regioni a caccia di vaccini sul mercato parallelo

Regioni a caccia di vaccini sul mercato paralleloCentro vaccini di Fiumicino, Roma

Il Veneto alla ricerca di 4 milioni di dosi, il Piemonte di 3 milioni Aifa: «Ci sono intermediari che cercano di frodare le amministrazioni con farmaci privi di sicurezza»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 13 febbraio 2021

È stato l’uscente governo Conte a prorogare il blocco della circolazione tra regioni di dieci giorni, fino al 25 febbraio, in modo da dare il tempo al nuovo esecutivo di insediarsi e decidere la linea da tenere, fatti salvi gli spostamenti per «comprovate esigenze di lavoro», necessità o salute. Resta possibile raggiungere la propria abitazione, residenza o domicilio, comprese le seconde case.

Moderna ha annunciato un nuovo ritardo nella consegna delle dosi. Il governatore veneto Luca Zaia ieri è tornato a rivendicare il diritto di acquistare dosi in autonomia sul mercato: «Noi tiriamo dritto. Potrei fare la lista dei colleghi che mi chiamano per sapere se ci sono novità. Nel mio oggetto sociale c’è scritto “occuparsi dei veneti” non di chi abita a Bruxelles». Ma l’Ue ha permesso una contrattazione con le aziende che, se condotta dalla sola Italia o da singole regioni, ci avrebbe visti nettamente sfavoriti rispetto a player molto più grandi.

IL VENETO non ha avuto problemi neppure a chiedere ad Arcuri la ridistribuzione delle dosi a gennaio, quando sono arrivati i tagli, rivendicando quote aggiuntive che erano state assegnate ad altri territori, salvo poi annunciare la strategia indipendentista. «Abbiamo subordinato la chiusura dei contratti – ha proseguito Zaia – all’autorizzazione a negoziare l’acquisto e l’importazione. La richiesta è stata inviata ad Aifa il 4 febbraio ma non abbiamo avuto risposta. Le dosi che stiamo cercando sono una fornitura aggiuntiva, sono molto valide le condizioni che ci offrono rispetto a tempi e costo. Tra 3, 4 giorni avremo i mano i contratti dall’estero».

L’Azienda Zero della regione Veneto ha inviato una richiesta di autorizzazione a importare 4 milioni di dosi ma è necessario l’ok dell’Aifa per procedere. «Il governo non si esprime, l’Europa dice che di fatto si può, le multinazionali non hanno mai smentito. Se poi il governo o un qualche altro ente invidioso dice di no ce lo scriva nero su bianco» la conclusione di Zaia.

«SIAMO SABAUDI e rispettiamo le regole, ma proseguiamo nella ricerca autonoma dei vaccini sul mercato internazionale. Abbiamo dato mandato alla Società di committenza regionale di cercare tre milioni di pezzi» ha spiegato ieri il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. E il campano Vincenzo De Luca: «Ci stiamo muovendo per acquistare altri vaccini in altre parti del mondo». Posizioni simili erano già arrivate da Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Sicilia. I presidenti ne stanno discutendo, con toni differenti, sta comunque diventando una leva per fare pressione visti i continui ritardi delle aziende farmaceutiche. «Con questi ritmi di consegna finiamo tra 4 anni» il commento di De Luca.

L’UE HA PIÙ VOLTE REPLICATO a Zaia: «I vaccini oggetto di negoziati da parte della Commissione sono parte del portfolio e la strategia europea non prevede negoziati paralleli. Per quanto riguarda quelli non coperti dalla strategia, le regioni possono concludere contratti con i produttori». Nel portfolio Ue ci sono Astrazeneca, Pfizer-Biontech, Sanofi-Gsk, Moderna, CureVac, Johnson & Johnson a cui si stanno aggiungendo Novovax e Valneva.

L’AIFA, con il dg Nicola Magrini, ieri ha spiegato: «La pressione mediatica e politica sulle vaccinazioni ha visto operare intermediari non controllati che, come nel caso della regione Umbria segnalato dai Carabinieri, cercano di frodare le amministrazioni, oppure propongono farmaci privi dei requisiti di sicurezza». E ancora: «Lavoriamo perché il meccanismo di acquisto centralizzato gestito dall’Ue diventi più efficiente. Ho chiesto agli uffici di dare riscontro alle richieste di chiarimenti normativi provenienti da più amministrazioni per evitare che si possano infiltrare prodotti falsificati». E il direttore generale del ministero della Salute, Gianni Rezza: «Se si importassero vaccini cinesi o russi dovrebbe pronunciarsi l’Aifa».

ASTRAZENECA ha puntualizzato: «Attualmente non esiste alcuna fornitura al settore privato. Se qualcuno offre vaccini attraverso il settore privato è probabile siano contraffatti». Anche Pfizer nega trattative parallele: «Durante la pandemia i nostri contratti sono con i governi, non stiamo fornendo vaccini al mercato privato in questo momento». Il nervosismo italiano, registrato in Ue, ha comunque prodotto l’offerta di Pfizer ad Arcuri di «dosi aggiuntive rispetto a quanto già formalizzato». Dall’Ue è poi arrivato il richiamo: «L’Ema ha pubblicato un avvertimento riguardo i medicinali falsificati e ricorda l’importanza di acquistare solo farmaci provenienti da canali ufficiali».

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