La decisione finale ancora non è stata presa ma quasi certamente sarà Francesco Rocca il candidato del centrodestra per la presidenza del Lazio. Per il Pd sarebbe una pessima notizia: Rocca è considerato decisamente più forte dell’altra candidata in campo, la consigliera regionale Chiara Colosimo. Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, molto attivo nella Caritas negli anni ’90 e persino per un periodo presidente di una Ong impegnata nel conflitto tra Etiopia ed Eritrea, avvocato per cinque anni sotto scorta perché nel mirino della mafia, Rocca sarebbe una scelta molto meno netta di Colosimo quanto a definizione politica ma anche più sicuro e in effetti è sul suo nome che si sta orientando via della Scrofa.

SIGNIFICHEREBBE rendere ancora più difficile una partita che nel Lazio è già improba, data la quasi impossibilità di stringere in extremis un accordo con i 5S, a differenza della Lombardia dove l’apertura di Conte è stata colta al volo da Majorino. «Siamo pronti a collaborare con altre forze politiche e sociale ma senza disponibilità a compromessi al ribasso. Prima i programmi, poi discuteremo dei candidati», aveva aperto molto più di uno spiraglio il leader del M5S. Majorino si è affrettato a infilarcisi: «I 5S sono partiti col piglio giusto». Il Pd applaude e benedice con Misiani: «La partita è aperta e Majorino fa bene a lavorare per allargare l’alleanza».

I 5S in Lombardia sono molto meno incisivi che nel Lazio ma per Conte la partita è a vincere comunque. Se Majorino dovesse farcela rivendicherebbe il ruolo decisivo nell’espugnare la principale roccaforte della destra. In caso contrario, eventualità sicuramente più probabile, avrebbe dimostrato di non volersi affatto isolare pregiudizialmente e di essere al contrario pronto al dialogo ma solo sulla base di programmi rigorosamente coerenti con l’impostazione dei 5S. L’argomentazione farà da scudo, in caso di sconfitta nel Lazio, all’accusa di aver consegnato una piazza fondamentale alla destra. I 5S replicheranno con il solito termovalorizzatore della discordia, che dopo aver costituito il casus belli per la caduta di Draghi ha reso impraticabile l’alleanza nel Lazio.

«IL PD SEMBRA allergico alla vittoria. Dove il M5S è forte come nel Lazio chiude le porte e in Lombardia, dove è inesistente, le apre. Sono forme di masochismo interessanti», ironizza Renzi. Il leader di Iv ritiene che la candidata del Terzo Polo Moratti, che oggi presenterà la sua lista civica, possa «prendere un po’ al mondo ex centrodestra ma anche un pochino al mondo riformista». Per il Pd è un’ammissione dell’impossibilità di vittoria della ex vicepresidente della Regione, che pertanto dovrebbe ritirarsi. In realtà i voti che donna Letizia potrebbe rubare alla destra sono la sola speranza di un Pd che, in caso di doppia sconfitta nelle due regioni chiave, si troverà all’indomani del voto immerso in una crisi molto più travolgente di quella in cui già si dibatte.