Politica

Referendum sul blog per la legge elettorale

5 Stelle La maggioranza sceglie il proporzionale. E oggi Grillo arriva a Roma

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 23 gennaio 2014

Per i grillini è di nuovo tempo di tornare alle urne. Virtuali, ovviamente Questa volta il popolo a cinque stelle è stato chiamato da Grillo ad esprimersi su un possibile modello di legge elettorale e dovrà farlo attraverso un percorso a tappe che, cominciato ieri, terminerà alla fine di febbraio. Prima tappa: la scelta tra sistema proporzionale e maggioritario, quesito sul quale gli iscritti al movimento hanno potuto dire la loro come sempre ad orario (e come sempre senza preavviso) dalle 10 alle 19. Alla fine hanno vinto i sostenitori del proporzionale ma il numero dei votanti è stato basso: appena 32.847 (20.450 per il proporzionale e 12.397 per il maggioritario), anche se di più rispetto ai partecipanti al referendum sul reato di clandestinità, quando a votare furono in circa 26 mila.

L’iniziativa di ieri è stata spiegata come sempre da Grillo sul blog: «Informazione e condivisione sono le parole della democrazia, ignote ai partiti che si riuniscono nelle loro sedi tra pregiudicati, pagate dai finanziamenti pubblici, in privato, per decidere le sorti di 60 milioni di cittadini italiani trattati come sudditi, tenuti fuori dalla porta del potere». Un attacco al segretario del Pd Matteo Renzi, condito con la solita retorica che tanto sembra piacere al popolo grillino.

Almeno una cosa, però, a Grillo va riconosciuta. Contrariamente a quanto accaduto con il voto sul reato di clandestinità, questa volta l’informazione non è mancata. Da giovedì scorso, infatti, sul blog si può leggere una lunga e articolata lezione del professor Aldo Giannuli sulle differenza tra sistema proporzionale e maggioritario. Lo stesso Giannuli ha poi risposto alle domande degli attivisti. Si tratta della prima di una serie di lezioni messe in rete il giovedì per poi andare al voto (si presume) il mercoledì della settimana successiva. Le prossime sono già pronte e riguarderanno: ampiezza delle circoscrizioni, scelta tra sistema puro e sistema corretto; preferenze; coalizioni e legislazione relativa a incompatibilità, conflitti di interessi ecc. E a quanto pare i grillini apprezzano, visto che nel giro di pochi giorni a Giannuli sono arrivate ben 26 proposte di legge elettorale «fatte in casa».

«E’ la democrazia» esulta Grillo, che però dovrebbe anche interrogarsi sul perché sono sempre pochi gli attivisti che rispondono all’appello. E che valore possono avere delle consultazioni fatte in questo modo. Senza contare che una sua proposta di legge elettorale il M5S l’aveva già presentata qualche mese fa in parlamento (tra l’altro prevedeva collegi elettorali sul modello spagnolo e introduzione della preferenza negativa), ma è scomparsa poco dopo essere stata annunciata. Proprio come è successo a un altro disegno di legge del M5S, relativo questa volta al reddito di cittadinanza.

Le modalità del voto, non hanno mancato anche in questa occasione di suscitare polemiche. «Posso sperare in avviso il giorno prima?», ha ironizzato il senatore dissidente Luis Alberto Orellana, mentre il collega Francesco Campanella si è chiesto se avvertire in ritardo non sia una scelta dei vertici del movimento. «Questa modalità di voto oggettivamente non consente a tutti di partecipare», ha scritto su Facebook. «Esistono attivisti che non hanno lo smartphone e si collegano in rete la sera, quando ritornano a casa dopo il lavoro. A me interessa anche il loro voto».

Oggi Grillo sarà a Roma per una conferenza stampa presso la sede della stampa estera, dove probabillmente parlerà di elezioni europee. Intanto ieri si è svolto un altro «restitution day»: i parlamentari 5 stelle hanno restituito altri 2,5 milioni di euro frutto delle eccedenze di stipendi e diarie. I soldi finiranno in un fondo per le picciole e medie imprese.

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