Politica

Referendum e immigrati per i radicali dopo Pannella

C’era una gigantografia di Marco Pannella davanti alla platea del XV Congresso dei Radicali Italiani, conclusosi ieri a Roma. Due immagini, in realtà: una del leader anziano e l’altra bambino, […]

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 2 novembre 2016

C’era una gigantografia di Marco Pannella davanti alla platea del XV Congresso dei Radicali Italiani, conclusosi ieri a Roma. Due immagini, in realtà: una del leader anziano e l’altra bambino, ritratto insieme ad altri volti infantili, protagonisti da adulti di storiche battaglie per i diritti: Hannah Arendt, Gandhi, Martin Luther King…
Il passato, il presente e il futuro: il Congresso ha confermato Riccardo Magi segretario e ha eletto Antonella Soldo nuova presidente e Michele Capano tesoriere. Si è svolto in un momento di passaggio delicato, dopo la morte, cinque mesi fa, del fondatore. Pannella è stato presente in tutti i discorsi, figura ispiratrice capace di tenere insieme le diverse anime radicali. «Marco non avrebbe voluto questa divisione», il leitmotiv di molti. La separazione è quella tra i Radicali Italiani e il Partito radicale transnazionale, avvenuta dopo la morte di Pannella, avviata verso una possibile scissione. Il partito di Maurizio Turco, Rita Bernardini e Sergio D’Elia si considera il vero interprete dell’eredità pannelliana, accusa i Radicali Italiani di averne tradito le idee e nel congresso tenuto a Rebibbia a settembre ha sospeso lo Statuto e altre associazioni della galassia radicale, tra cui i Radicali Italiani. Al loro fianco si è schierata invece Emma Bonino, che nel suo intervento al Congresso ha sottolineato che «non si può esibire la placca da eredi veri di Pannella, considerando gli altri eredi falsi. Non si può fare politica con i risentimenti». L’amarezza per lo scontro con gli ex compagni – «Non riconosciamo a Turco l’autorevolezza per darci consigli», ha detto Capano – la presa d’atto di una rottura che Pannella non avrebbe voluto, ma che dopo la sua morte è diventata inevitabile, era negli interventi di molti. Come la paura di un’esasperazione ancora maggiore dei contrasti, e la volontà di non perdere del tutto il dialogo: nella mozione approvata alla fine si è scelto di partecipare alla Marcia per l’amnistia del 6 novembre, insieme al Partito. Il desiderio è soprattutto di non disperdere la vera eredità di Pannella: la laicità, le lotte per i diritti umani e civili, la difesa della libertà della persona e della democrazia. Di queste battaglie si è parlato al Congresso. Tra gli obiettivi indicati nella mozione approvata, una migliore gestione dei flussi migratori in Italia e in Europa, con la creazione di canali sicuri per chi cerca protezione e l’abolizione del reato di clandestinità. Poi, il rilancio dell’integrazione «per la costruzione di una comunità federale europea». E la lotta antiproibizionista da estendere alle droghe pesanti, dopo il successo della campagna sulla legge popolare per la cannabis legale. Mentre a ricordare la difesa da parte dei Radicali degli strumenti della democrazia è la lotta per l’approvazione del Referendum Act, iniziativa per semplificare la raccolta di firme per i referendum. E su quello costituzionale del 4 dicembre l’indicazione è piena libertà di voto, con la speranza nell’accoglimento dei ricorsi per lo «spacchettamento» del quesito unico. Magi, come Bonino, si era in realtà espresso per il Sì: «Non è la nostra riforma, ma tocca aspetti importanti».

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