Europa

Recovery, Bruxelles spera nella mediazione polacca ma l’Ungheria alza il tiro

Recovery, Bruxelles spera nella mediazione polacca ma l’Ungheria alza il tiroIl premier ungherese Viktr Orbán – LaPresse

Next generation Eu Orbán conferma il veto e richiama all’ordine Varsavia: «Con noi ha firmato un’intesa»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 5 dicembre 2020

Il fronte che blocca l’adozione del pacchetto di 1800 miliardi della Ue – bilancio pluriennale 2021-27 e Recovery Fund – si sta incrinando? È quello che sperano a Bruxelles, a pochi giorni dal Consiglio europeo del 10-11 dicembre, dopo il veto posto da Ungheria e Polonia all’adozione del bilancio di 1074 miliardi e dei 750 miliardi del Recovery.

Il gioco d’azzardo di Varsavia e Budapest (che non ha l’appoggio degli altri paesi del gruppo di Visegrad ma ha trovato un alleato, solo a parole, nella Slovenia) potrebbe venire messo all’angolo. Il vice-primo ministro polacco, Jaroslaw Gowin, che fa la parte del moderato nel governo di Mateusz Morawiecki, ha affermato che la Polonia «può accettare una dichiarazione vincolante» che chiarisca che la condizionalità sul rispetto dello stato di diritto «non verrà usata per fare pressioni ingiustificabili su uno stato membro». «Credo sia nell’interesse di tutti trovare un buon compromesso», ha aggiunto.
La Germania ha in testa un compromesso, per «depoliticizzare» la questione: affidare alla Corte di giustizia un ruolo esplicito, dando a esperti e giudici l’ultima parola in caso di conflitto. Il Parlamento europeo ha ottenuto quest’autunno di rendere più esplicita la condizionalità decisa dal Consiglio lo scorso luglio e non ha nessuna intenzione di arretrare, mentre i «frugali», che già hanno varie riserve sul Recovery Fund, mettono in guardia: il piano di rilancio europeo non passerà nei parlamenti di Olanda, Danimarca e Finlandia (e forse anche di Svezia e Austria) se la condizionalità sullo stato di diritto, approvata a maggioranza qualificata, verrà abbandonata o attenuata.

L’ungherese Viktor Orbán, per il momento, non cede nulla. Ieri, in un’intervista radio, ha rivelato di aver firmato con il primo ministro polacco una «dichiarazione comune» che vincola i due paesi ad appoggiarsi a vicenda e a respingere sempre proposte che siano «inaccettabili per l’altro». Del resto, è il gioco delle parti che stanno facendo Ungheria e Polonia sull’applicazione dell’articolo 7, che riguarda entrambi i paesi. Orbán ha anche affermato di aver fatto una proposta alla presidenza tedesca del Consiglio europeo, che dura fino a fine anno: adottare «senza nessuna difficoltà il bilancio e il Recovery Fund» e «lasciare da parte e discutere più tardi» la condizionalità.

La Commissione ha tirato fuori l’arma fatale, per evitare il naufragio del fondo di rilancio: raggiungere un accordo a 25, lasciando fuori Ungheria e Polonia. I due paesi sarebbero esclusi dai finanziamenti (sovvenzioni e prestiti) e avrebbero molto da perdere (23 miliardi previsti dal Recovery per la Polonia, 6 miliardi per l’Ungheria). Ma questa strada è ardua. Rischia di rimettere sul tavolo le questioni che sono state difficilmente risolte al Consiglio europeo di luglio, riaprendo battaglie. Inoltre, i tempi si allungherebbero di molto. Ci vorrebbero mesi per negoziare questa nuova struttura, mentre anche se tutto fila liscio i primi finanziamenti del Recovery non arriveranno prima della seconda metà del prossimo anno. Con un piano di rilancio a 25, non addossato al bilancio Ue, c’è il rischio di dover inserire la partecipazione nel debito pubblico dei singoli stati. Inoltre, la Ue dovrebbe funzionare con un bilancio provvisorio, i fondi di coesione sarebbero tagliati e molti programmi nuovi non potrebbero partire. Il veto ungherese e polacco ha del resto già fatto una vittima eccellente: al Consiglio europeo di giovedì non verranno approvati obiettivi ambiziosi sul clima, rimandanti a tempi più calmi.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento