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Rave, il governo cambia. Ma lascia la pena a 6 anni

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, foto LaPresseIl ministro della giustizia Carlo Nordio – LaPresse

Giustizia L'emendamento del ministro della giustizia è sia una smentita del testo del decreto voluto dal governo che una conferma dei suoi peggiori difetti

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 1 dicembre 2022

«Il governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che vuole perseguire», dice il ministro della giustizia Nordio calando l’emendamento sui rave nella commissione giustizia del senato. E più tardi aggiunge: «E’ giusto fare autocritica». La prossima settimana si voteranno le modifiche al decreto legge che contiene anche le norme sull’ergastolo ostativo e il rinvio della riforma Cartabia. Ma la novità, che smentisce in parte l’emendamento appena presentato dalla relatrice, la leghista Bongiorno, è sia un’imbarazzata correzione di rotta rispetto al testo originario licenziato dal governo che la conferma dei suoi difetti.

Innanzitutto il nuovo testo sposta il «reato di rave» dalla parte del codice penale dove si puniscono i reati contro l’incolumità pubblica a quella in cui si puniscono i reati contro il patrimonio. Il nuovo 633-bis si aggiunge al 633 (peraltro riformato nel 2018 proprio dal “decreto Salvini”) che già punisce l’invasione arbitraria dei terreni, tanto che la responsabile giustizia del Pd Rossomando fa notare come si tratti di una «norma inutile, come ha dimostrato il caso Modena risolto con le norme vigenti». Vengono adesso puniti solo gli organizzatori e i promotori, ma resta la pena massima sproporzionata di sei anni che consente le intercettazioni in fase di indagine. Dopo le proteste di chi individuava il rischio di una norma repressiva del diritto di riunione in generale, tra i quali i sindacati, il governo delimita il reato all’organizzazione di «raduni musicali o di intrattenimento» e per tipizzarlo così come richiesto da praticamente tutti i giuristi ascoltati in commissione indica come presupposto il «concreto pericolo per la salute o l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene». Sparisce però la soglia minima di 50 partecipanti perché il reato possa configurarsi: valutazione affidata al giudice.

Pd, Sinistra e M5S hanno presentato emendamenti soppressivi, l’ex magistrato antimafia Scarpinato (M5S) anche una curiosa proposta che incentiva i «pentiti del rave». Tensione nella maggioranza per la decisione di Forza Italia di confermare gli emendamenti che tolgono i reati contro la PA da quelli per i quali la mancata collaborazione esclude i benefici e per l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione. Il testo andrà in aula il 12 dicembre, alla camera è previsto solo dopo natale (il decreto scade il 31 dicembre).

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